Studenti medi e universitari in piazza contro Gelmini e Berlusconi

L’anno scorso il movimento dell’Onda ha lanciato un primo segnale di
contrapposizione alle politiche del governo Berlusconi, in quel momento
all’apice della sua popolarità e da lì in poi, se non indebolito,
sicuramente messo in difficoltà dalla minaccia di una forte mobilitazione
del settore della formazione.  
In questo contesto di crisi, dove i danni di questa stanno venendo ogni
giorno di più al pettine, con licenziamenti di massa, disoccupazione
strutturale e precarietà dilagante, fine degli ammortizzatori sociali come
la cassa integrazione, proteste montanti da parte di lavoratori in tutto il
paese, l’attacco della Gelmini e del tandem PDL-Lega ai settori della
formazione non cessa comunque di diminuire.  
Precari, genitori, studenti di ogni ciclo formativo sono sotto attacco; la
volontà del governo è quella di ridurre al minimo i costi del comparto
formazione, gestito ormai come una fabbrica in cui l’unica cosa
importante è minimizzare i costi. Ciò si traduce in classi sovraffollate,
in saperi sempre più dequalificati, in contratti di disponibilità imposti
ai precari al solo fine di scatenare competizione tra di loro per un'ora di
lavoro in più, in atenei in via di divenire fondazioni, in sempre minore
qualità dell’edilizia scolastica...
L’appuntamento che come studenti universitari e medi lanciamo, costruendo
insieme una giornata di mobilitazione per venerdì 23 ottobre, vuole
instaurare una collaborazione continua tra i vari settori in lotta nel
campo della formazione. Già molti soggetti si sono mossi nelle settimane
precedenti. Torniamo a muoverci anche noi! 
VENERDì 23 OTTOBRE, PIAZZA MAGGIORE, ORE 15 
SIT-IN COMUNICATIVO CONTRO LA RIFORMA GELMINI E IL GOVERNO BERLUSCONI

Ancora una volta Bologna si dichiara antifascista

Nella notte alcuni manifesti di Blocco Studentesco, il movimento
giovanile legato a Casa Pound, sono stati attacchinati in via
Belmeloro, dove la Facoltà di Giurisprudenza ha in programma di
ospitare una conferenza a cui parteciperà anche Marco Travaglio.

La presenza dei fascisti del terzo millennio in zona universitaria ha
provocato la reazione immediata di molti pezzetti di movimento
antifascista di Bologna, che hanno lanciato un concentramento in Piazza
Verdi per le 16.30 al fine di mettere in pratica una reazione a questa
provocazione.




Un centinaio di persone si è concentrato in piazza Verdi verso le 16.30
per reagire alla provocazione lanciata da Blocco Studentesco, la
sezione giovanile di Casa Pound, che si era recato, la notte scorsa, in
zona universitaria (via Belmeloro) per effettuare un
mini-attacchinaggio contro la presenza di Marco Travaglio, invitato a
partecipare ad una conferenza all’interno delle stanze della facoltà di
Giurisprudenza.

Nel giro di mezz’ora si è radunata una folla composita di studenti medi
e universitari e di precari che si è mossa da piazza Verdi fino a via
Belmeloro riempiendo la città di manifesti che recavano la scritta
"Bologna è antifascista". Un’attacchinaggio spontaneo insomma, col fine
di cancellare la presenza- seppur minoritaria e sporadica- dei
manifesti dei fascisti del terzo millennio dalla zona universitaria.

Dagli interventi al megafono si è ricordato il carattere antifascista
dei movimenti sociali bolognesi dello scorso anno, nonchè la voglia di
continuare a lottare, come in moltissime altre città italiane affinchè
l’agibilità politica dei movimenti neofascisti sia eliminata.

Il corteo è poi ritornato verso piazza Verdi, dove è stato rilanciato
l’appuntamento per il sit-in di venerdì prossimo in cui la protesta
universitaria si fonderà con quella degli studenti medi, presenti
all’iniziativa antifascista di oggi.

The Perfect Wave Party

  • Ore 16: aula 1 proiezione del film "Videocracy", di Erik Gandini a cura del copyriot project
  • ore 18: Dibattito ed esperienze a confronto su Università, crisi e movimenti con: compagn* dell’Onda da Milano e Pisa e coordinamento precari bologna
  • ore 20: Aperitivo con mostra fotografica "Cronache di resistenza 1.0"
  • Ore 21: Presentazione teatrale del libro "Io sono Anna Adamolo" con performance di compagn* da Milano
  • Ore 23: Reclaim the street!!!
                   Jungle Army (Dance Hall/Jungle) www.myspace.com/junglearmy
                   Jahpawa (Jungle/Drum ‘n’ Bass) www.myspace.com/jahpawadj
 
Durante la serata sarà presente un copyriot-lab point, per la condivisione e la diffusione di libri, universitari e  
non, e materiale audio visivo…Porta la tua chiavetta usb!!!

 

 
 

Cronache di movimento studentesco

Riprendiamoci il futuro! 

L’anno politico di movimento è stato senza
dubbio caratterizzato principalmente da quella che è la storia, tuttora aperta
e in costante mutamento, dell’Onda Anomala.

Nata sulla scia del movimento no Moratti di 3
anni prima, quindi comprensiva dell’analisi, da parte di coloro che avevano
vissuto quelle giornate, dei pregi e dei difetti che quel movimento aveva
avuto, l’Onda ha saputo, declinandosi in molteplici nodi locali del paese,
radicarsi e crescere sempre maggiormente.

Movimento variegato, a cui hanno partecipato
tutte le componenti del mondo della scuola nonchè molti esterni a questa
branca.

Movimento non esente da errori, ma sicuramente
fondamentale nel creare una prima opposizione al clima intollerante presente in
Italia, soprattutto dalla risalita al governo, nel maggio del 2008, del tandem
PDL – Lega.

Movimento arrivato ad occupare le prime pagine
dei media mainstream, imponendosi a 
testimone di un nuovo forte slancio di protagonismo nei temi del comune
da parte della prima generazione non solo consapevole, ma completamente immersa
nel destino di precarietà esistenziale derivante dalle politiche neoliberiste
dell’ultimo trentennio e figlia pura di questo stesso trentennio.

Politiche neoliberiste arrivate alla sua morte
ufficiale. Necessario per comprendere lo sviluppo dell’Onda è inquadrarlo
infatti nello scenario di crisi economica, che dalla finanza si è spostata
all’economia reale, travolgendo centinaia di migliaia di studenti, lavoratori
precari e non, disoccupati, famiglie su scala mondiale. Crisi espansa in tutto
il mondo globalizzato, ma partita dagli Usa, dai quali è arrivata anche la
risposta, inalterata nel passaggio storico di consegne Bush-Obama.

Risposta ovvero: privatizzazione dei guadagni
e socializzazione delle perdite. Da questo leitmotiv si può comprendere
l’origine dello slogan che ha rappresentato il movimento, “Noi la crisi non la
paghiamo!”, ovvero il rifiuto da parte dei lavoratori della conoscenza e
materiali di vedere ricadere sulle proprie spalle gli sfaceli di tre decenni di
amministrazioni basate sulla riduzione dei diritti fondamentali, sulla
distruzione ambientale, sulla creazione di precarietà esistenziale, rilevabile
nella vita di tutti nel lavoro, nella possibilità di essere indipendenti, nella
capacità di autodeterminarsi.

Il caso Alitalia, i referendum per considerare
legale lo scioperare ( che contraddizione!) , le casse integrazioni, gli
sgomberi di spazi sociali, le aggressione a sfondo razzista e fascista, i piani
casa speculativi e gli sfratti, tutto questo è stato attaccato dall’Onda,
capace, anche se in parte ancora minima rispetto ad altri movimenti creatisi
nello stesso spazio di tempo (vedi Grecia), di abbozzare una uscita dal terreno
dell’Università per andare a mischiarsi nelle città e nelle metropoli e
inondarle dei propri linguaggi. E’ da questa volontà di inondare che il termine
Onda ha preso forma.

A prescindere dalle grandi giornate di
mobilitazione di Roma del periodo 14-16 novembre e di Torino del periodo 17-19
maggio, l’Onda ha permesso a moltissimi operai della fabbrica-Università (ma
anche degli studenti medi) di tutto il paese di prendere parola sul loro futuro
e di autorganizzarsi per ribaltare la situazione a cui la legge Gelmini, sul
filo del quindicennio di riforme dell’istruzione che l’hanno preceduta, aveva
deciso di condannarli.

Legge
impostata sull’adozione del modello americano, dominato dalle risorse
economiche degli azionisti delle fondazioni che gli Atenei possono con questa
diventare; creazione conseguente di poche ricche università di serie a o poli
d’eccellenza (come da progetto Acquis) , ma allo stesso tempo di molte
università di serie b, soprattutto nel meridione;  tagli indiscriminati al fondo di finanziamento
ordinario delle università;  vera e
propria decimazione dei posti di lavoro di professori, ricercatori, dottorandi
costretti alla precarietà infinita quando non direttamente al licenziamento; ripristino
di forme di controllo e disciplinamento sociale come i voti di condotta facenti
media.

Tutto questo è stata la riforma Gelmini,
integrata tra l’altro nel luglio 2009 dalla pubblicazione della lista delle
università virtuose (a cui andranno quindi più fondi secondo un criterio
meritocratico falso, corrotto e inaccettabile) che vede le università incluse
nel progetto ACQUIS nelle posizioni migliori per accaparrarsi i pochi soldi
concessi dal Governo alle Università. Un attacco che oltre agli studenti viene
portato a tutto il Sud, che un po’ in parallelo con le gabbie salariali di
questi giorni, viene impoverito a scapito del Nord. Le università del Sud,
infatti, sono tutte bocciate come non virtuose.

Si spera che anche da questa questione, unita
a quelle affliggenti il mondo degli studenti universitari e del ceto medio questa
volta veramente senza futuro, possa partire un autunno di grande movimento che
provi a sovvertire, in teoria e in pratica, un sistema politico e sociale
profondamente in picchiata verso un autoritarismo democratico, figlio meglio
riuscito dei regimi totalitari del Novecento, in evoluzione non solo in Italia
ma in tutti i paesi occidentali.

Quest cronistoria raccoglie tutto quello che è
successo nell’anno di movimento bolognese, includendo allo stesso quei grandi
fatti nazionali ed internazionali che hanno influenzato la realtà locale
felsinea. Buona lettura.