Oggi in piazza: 4 domande alla Fiom

[Infoaut.org]

La manifestazione della Fiom ha preso il via, i numeri sono considerevoli e il dato politico che pone il percorso di avvicinamento alla manifestazione da parte di movimenti,chiaro: oltre il 16…contro la Crisi.
Proponiamo qui 4 domande che facciamo alla Fiom e ai compagn* oggi in piazza, con l’intento di aprire un dibattito che possa essere adeguato alla portata dell’attacco che padroni e governo stanno portando. Ma non solo, per andare oltre: il 16, la Fiom, i metalmeccanici, verso il futuro di tutt*.

La manifestazione del sedici ottobre è stata indetta dalla Fiom contro la disdetta del contratto nazionale da parte di Federmeccanica, complici Cisl e Uil, e segue la vicenda Pomigliano e i licenziamenti a Melfi. La questione cruciale che pone è se sarà l’inizio di un percorso comune di risposta agli effetti della crisi globale.
Il merito della convocazione Fiom e’ quello di aver aperto uno spazio politico di confronto e mobilitazione di cui si sentiva il bisogno. Gli appelli, le adesioni e gli umori di chi oggi scende in piazza sollevano una serie di questioni che, come antagonist*, crediamo vadano approfonditi. Vorremmo restituirle nella loro immediatezza e (attuale) insolubilita’ a quant* oggi attraversano queste strade.
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Difendere e costruire diritti con le lotte e il conflitto sociale

16 ottobre – Noi ci saremo!

[di Antagonist* contro la crisi]

Il 16 Ottobre parteciperemo alla manifestazione indetta dalla Fiom in difesa dei diritti dei lavoratori e delle lavoratrici. Parteciperemo perché riteniamo giusto manifestare al fianco di chi tenta oggi di difendere chi lavora e suoi interessi, a discapito di capitalisti illuminati e sindacalisti venduti.

La distanza dalla Fiom è considerevole dall’idea e della pratica politica del mondo dell’antagonismo ma in questa fase crediamo sia  giusto ed utile supportare una forza che, sebben calata nel sistema sindacale, fin troppo condita da burocrazie e poltrone, provi a costruire un’ opposizione credibile all’attacco che il padronato e i suoi sindacati governativi stanno sferrando con forza.

Percorriamo strade diverse, scontiamo inadeguatezze alla fase e, da parte del sindacato, un’incapacità di rappresentare realmente gli interessi di chi non è interno ai comparti produttivi regolati da forme di contrattazione collettiva.

Il progetto Fabbrica Italia, l’ideologia di Marchionne, la pratica della Mercegaglia e il servilismo di Bonanni e Angeletti, sono parti di un progetto che nasce nell’industria metalmeccanica ma si esporterà in tutta la società. La precarietà generalizzata è l’anteprima di cosa vorrebbero gli industriali, capaci di incassare soldi dallo stato in ogni momento, salvo poi chiedere libertà d’impresa subito dopo.

La partita che si gioca in questa fase è importante e va ben oltre il 16, i metalmeccanici, la Fiom stessa. La sfida a cui siamo chiamati è qualcosa di più di un semplice conflitto su contrattazione e rappresentanza. E’ l’essenza stessa del conflitto, di classe e di parte, l’anima del cambiamento possibile, smaterializzato da questa realtà politica fatta da troppi che per troppo tempo hanno badato solo a mantenere un sistema che ha funzionato fino a che faceva comodo alla controparte. Quel sistema di scambio implicito tra tessere e rappresentanza, tra favori e poltrone, tra cordiali colloqui tra chi affama e chi ha fame.

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