18 marzo ’09: corteo autonomo e indipendente dell’onda anomala bolognese

L’Onda torna in piazza, a margine dello sciopero dei lavoratori della conoscenza lanciato dalla CGIL, con un corteo autonomo e indipendente, all’interno del quale diverse azioni hanno confermato e resa viva la notevole capacità dei laboratori e delle realtà politiche che si muovono al suo interno di essere produttori di conflitto all’interno di un sistema sempre più in crisi.

Alle 10, ora del concentramento, in piazza Verdi la presenza non sembra cosi massiccia. Ma chi inizia a parlare, sulla scia di tutte le malelingue degli ultimi mesi, di movimento morto viene subito smentito da un afflusso costante di persone. Alle 11, ora in cui il corteo parte, sono almeno 500 le persone in piazza.

Il primo pensiero va a Luca, il ragazzo che a Torino è stato arrestato dalla repressione poliziesca per aver cercato di sbattere fuori i neofascisti del Fuan dall’università. Non mollare Luca, tutta l’Onda di Bologna è con te!

Presenti i collettivi universitari, i laboratori nati all’interno della mobilitazione No Gelmini, il Coordinamento degli Studenti Medi e ancora molti altri soggetti che al grido di "noi la crisi VE LA CREIAMO" si muovono in corteo per via Petroni, via San Vitale, piazza Ravegnana e via Zamboni. Sotto le due torri, la prima azione della giornata, promossa dal Copy-riot Lab: dopo l’occupazione dell’ER.GO. del giorno prima, a essere oggetto di sanzione è oggi la Feltrinelli, letteralmente riempita di adesivi inneggianti alla riappropriazione di quella ricchezza culturale che oggi gli studenti-precari producono e che gli viene espropriata da chi detiene le leve del comando in università , i cosidetti baroni, e quell’associazione a delinquere chiamata SIAE. Durante l’azione vengono distribuiti gratuitamente cd con libri di testo, musica, film attualmente nelle sale, autoproduzioni di movimento, viene appeso uno striscione che recita "Il sapere non è merce! libri gratis per tutti! " e ribadita la richiesta che i libri di testo oggetto di esame vengano rilasciati in open access agli studenti che devono farne uso.

Subito dopo il corteo passa sotto la sede di Unicredit, e si susseguono gli interventi che ribadiscano la netta contrarietà al processo di privatizzazione dei guadagni e socializzazione delle perdite che racchiude
la strategia neoliberista per sfruttare quella crisi che questo sistema stesso ha creato. Escono forti le istanze di riappropriazione diretta di reddito, che proseguono fino all’arrivo di fronte alla mensa di Piazza Puntoni, simbolo delle privatizzazioni calzolariane. Forte è l’appoggio del corteo tutto a quei precari del mondo della conoscenza che hanno partecipato allo sciopero di oggi e che rivendicano libertà di ricerca critica e non supina alle richieste delle aziende, salari minimi per effettuarla, pagamento di quella forma di sfruttamento lavorativo mascherata sotto nomi quali stage e tirocini.


Ma il corteo non si ferma e prosegue fino al Rettorato, simbolicamente incatenato al fine di evidenziare il fallimento di questa università e in particolare a Bologna, il fallimento della gestione Calzolari, promotore di un progetto quale quello dell’Acquis e privatizzatore indiscriminato della gestione di tutti quei servizi, come la mensa e gli alloggi, che dovrebbero essere alla base di una corretta gestione dell’ente Università ma questo ovviamente non interessa a chi, spinto dalle forze economiche che lo sostengono, prosegue nel suo tentativo di aziendalizzazione del sistema universitario, sul modello americano.

Insomma, ancora una volta smentiti i corvi che la volevano vedere affossata, l’Onda vive nelle piazze e nelle Università, si alimenta del lavoro dei laboratori nati al suo interno, continua a essere l’unica opposizione reale a questo sistema politico-sociale basato sul debito e sulla precarietà.

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