In queste settimane volge al termine il primo grado del processo che vede imputati 25 compagn* che hanno partecipato alle manifestazioni contro il G8 di Genova il 19, 20 e 21 luglio 2001. Attraverso le richieste di condanna a 225 anni complessivi di carcere lo stato italiano intende formulare un giudizio storico e politico su quelle giornate, facendo pagare ad alcuni di noi, scelti nel mucchio come capri espiatori, il prezzo della paura che quelle giornate hanno saputo provocare ai potenti della terra. Ma, nella fase politica presente, le istituzioni repressive intendono anche lanciare un segnale preciso ai potenziali soggetti sociali conflittuali presenti e futuri, e ai movimenti che sul terreno dell’opposizione alle grandi opere, della lotta alla precarietà e della difesa e conquista di spazi sociali hanno praticato terreni di contrapposizione e rottura negli ultimi anni.