Ddl Gelmini: il governo ha paura e rinvia, le piazze delle università no!

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Grande è la confusione sotto il cielo, diceva qualcuno, quindi la situazione è eccellente! Niente di più vero se guardiamo alla battaglia sull’università, mossa dal governo Berlusconi nella difficoltà di spingere in avanti un ddl Gelmini che è andato a sbattere contro lo stop della ragioneria generale dello Stato e del Tesoro, agita da parte avversa dal fermento della prima contestazione negli atenei per mano di studenti ricercatori e precari.

Il 14 ottobre doveva essere la giornata dell’entrata alla Camera del ddl Gelmini per il completamento del suo iter parlamentare, in direzione della sua approvazione, così non è stato! Arriverà domani 15 ottobre, ma sembrano allungarsi i tempi per la sua approvazione: se il ministro Gelmini pensava di riuscire a far votare il ddl entro metà novembre, oggi il tutto viene diluito e prima di dicembre (in relazione alla finanziaria) sembra non se ne parlerà! Tanto meglio per l’opposizione no Gelmini, che avrà il tempo di crescere diffondersi e radicarsi, si potrà giocare le sue carte con ancor più pragmatismo tattico ed intelligenza politica! Ma se è vero che la fermata obbligata è stata imposta per la mancanza della copertura finanziaria, non ci sono i soldi per dare sostanza alla devastazione!, dall’altra parte, anche nel contesto del teatrino già visto dei mal di pancia interni alla maggioranza di governo (con protagonisti i crociati liberal di Fini, ma anche le uscite populiste della Lega), Berlusconi e il suo ministro dell’istruzione hanno l’irritante preoccupazione di ritrovarsi le piazze dell’università piene e la contestazione sotto le finestre del Palazzo! Quindi che non si raccontino storie, dei soldi che mancano si sapeva da tempo, il paletto economico è solamente la scusa per nascondere la loro paura, rinviare per normalizzare, fermare per provare a calmare le acque…!
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