Nella mattina di oggi, lunedi 22 maggio, alcune decine di studenti
del Collettivo Universitario Autonomo di Bologna hanno occupato
temporaneamente gli uffici del Rettorato dell’Ateneo bolognese in
solidarieta’ a Federico e Nicola, i due studenti e precari detenuti
nelle carceri parigine a partire dal primo maggio 2006 in seguito
al corteo dell’EuroMayDay, riuscendo ad ottenere che dall’Ateneo
bolognese fosse mandato all’ambasciata francese e a quella italiana
a Parigi una copia dell’appello per la liberazione dei compagni
arrestati il 1 maggio a Parigi.
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LA LIBERTA’ SI PRENDE!
In questi giorni gli studenti e i precari di Bologna
si stanno riprendendo la zona universitaria, costruendo momenti
di visibilita’ per rilanciare i propri percorsi autorganizzati di
lotta contro la precarieta’ e mettendo in campo pratiche di riappropriazione
dal basso.
MAY DAY ’06 PARIGI Dall’autunno italiano al marzo francese, in viaggio contro la precarieta’!
Il
movimento francese ha riempito questo 2006 di una musica diversa,
che in tante e tanti, nel resto d’Europa, hanno subito riconosciuto.
La musica del conflitto, della differenza, della discontinuita’.
Il “marzo francese” e’ stato caratterizzato da una potenza
straordinaria, da una capacita’ inedita di produrre decisione comune,
dai blocchi e dalle invasioni metropolitane dove si e’ praticata
una riappropriazione senza precedenti dello spazio e del tempo:
una scossa tellurica che ha fatto tremare De Villepin e Chirac.
Ma questo “marzo” e’ stato segnato anche dall’incontro
di lingue diverse, dalla partecipazione di una soggettivita’
nomade europea in lotta, che in Francia e’ venuta a condividere
gli sforzi, la necessita’ del conflitto e l’autonomia del
progetto, imparando dal desiderio e dalla rabbia, dalla
passione e dall’intelligenza che si e’ espressa in questi mesi.
Le lotte non si criminalizzano
Oggi 27 aprile 2006 il Collettivo Universitario Autonomo insieme
ad altri collettivi del movimento universitario bolognese, e' in
piazza per denunciare il grave attacco repressivo che ha colpito
alcuni studenti che il 19 aprile 2005 hanno preso parte ad una autoriduzione
alla mensa di piazza Puntoni gestita dalla ditta "CONCERTA
s.p.a.".
L'iniziativa di autoriduzione organizzata dalla Rete Universitaria
e da altre realta' di movimento nel 2005, ha visto la partecipazione
di circa 200 studenti che si sono autoridotti il pasto ad 1 euro,
a fronte dei 5,80 che la mensa "piu' cara d'Italia"
chiede agli studenti per mangiare. Nonostante durante l'iniziativa
non ci siano stati ne' scontri ne' incidenti, il solito pm Paolo
Giovagnoli, ha notificato a 9 studenti denunce per violenze private
con l'aggravante di eversione dell'ordine democratico, e ad altri
11 quella di manifestazione non autorizzata.
Questo colpo che la procura bolognese sferra al movimento fa parte
di un attacco complessivo con cui la magistratura cittadina ormai
da 3 anni criminalizza le lotte sociali, riducendo i problemi politici
e sociali a mere questioni di legalita' e ordine pubblico; non solo
ma costruendo un teorema assolutamente infondato che vorrebbe le
lotte politiche pericolose azioni di eversione dell'ordine democratico,
e per questa via poter ricorre all'aggravante giuridica voluta negli
anni '70 da Cossiga: cosi e' stato per l'occupazione di via del
Guasto di System Error (lotta contro il copyright e per la libera
condivisione di file e sapere), per i precari che il 27 ottobre
2004 si sono autoridotti il costo del biglietto al cinema Capitol
e per alcuni occupanti del treno che il 1° maggio scorso ha
portato centinaia di precari bolognesi alla "mayday" milanese.
Questo clima politico che vuole annullare qualsiasi forma di dissenso
per tutelare gli interessi di chi si arricchisce speculando sui
bisogni dei lavoratori, dei precari e degli studenti bolognesi,
e' alimentato da tutti i poteri forti della citta', sindaco Cofferati
in primis, che vuole continuare a fare di Bologna una citta'-laboratorio
dove l'Unione possa sperimentare quelle pratiche di governo repressive
e legalitarie che dimostrino come anche a sinistra si possa governare
per tutelare la sicurezza dei "bravi e onesti cittadini"
a spese di tutti gli esclusi, non tutelati, immigrati e lavoratori
precari. Come negli anni '70, quando l'allora P.C.I. contro il movimento,
si fece paladino dell'ordine costituito per dimostrare la sua "fedelta'"
allo Stato e il suo essere partito di governo, cosi' oggi qua a
Bologna si fanno le prove generali di quella che sara' la politica
reazionaria e destroide del futuro Partito Democratico, di cui Cofferati
e' tenace sostenitore.
Di fronte a questi pericolosi attacchi, il C.U.A. non puo' che
continuare ad essere al fianco di tutti coloro che vengono colpiti
dalla repressione, continuando a praticare le nostre lotte, dicendo
no a chi vuole ingabbiare il dissenso, a chi non vuole dare risposte
politiche a problemi sociali ma ne criminalizza le forme di lotta
a suon di denunce e arresti.
DI FRONTE ALLA REPRESSIONE L'UNICA RISPOSTA E'
LA LOTTA
Alt! Document!
Da qualche tempo all'entrata del 36 di via Zamboni e' apposto l'avviso
che da meta' marzo sarebbe stato attivato il controllo elettronico
del badge. Nonostante i ritardi nell'entrata in funzione, questo
progetto verra' presto realizzato. Cio' comporta non solo una limitazione
dell'accesso per chi non e' iscritto a determinate facolta', ma
anche un controllo sistematico degli stessi iscritti che per meglio
uniformarsi al nuovo modello di una universita'-fabbrica ora dovranno
anche timbrare il cartellino. Il pretesto dell'Ateneo e' sicuramente
quello di offrire un miglior servizio agli studenti appartenenti
alle suddette facolta', ma inrealta' e' solo l'ennesima trovata
per sottoporre un nuovo tassello degli ambienti universitari a nuove
forme di controllo: ogni ingresso e ogni uscita lasceranno immancabilmente
traccia del passaggio di ognuno di noi.