Interrotto il convegno sul processo di Bologna nella facoltà di Giurisprudenza

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da www.uniriot.org


Bologna – Gli attivisti e le attiviste del Collettivo Universitario
Autonomo e del Collettivo Aula 1 di Giurisprudenza hanno interrotto il
convegno internazionale promosso dalla stessa facoltà di Legge sul
Processo di Bologna.
Non invitati a esprimere la propria posizione nel convegno e
sistematicamente scavalcati, nelle decisioni sul proprio futuro, da
figure tecniche così brave ad elaborare strategie di ampio respiro
sulle teste di chi attraversa ogni giorno l’università e la metropoli
Bologna, verso le 10.30 gli studenti e le studentesse hanno preso parola e rimarcato l’illegittimità di incontri come questi.
Incontri che nel decennale del Processo di Bologna,
il trattato di armonizzazione del comparto-istruzione europeo,
discutono su come proseguire nella strategia (che del processo di
Bologna è intima sostanza) di precarizzazione, flessibilità,
dequalificazione dei saperi e svendita dell’università ai privati.
Sono stati denunciati i tentativi di neoelitizzazione dell’università tramite meccanismi quali i tagli e l’introduzione della cosiddetta “meritocrazia”, ma anche ribadito il portato e la ricchezza che i collettivi universitari rappresentano,
tramite seminari di autoformazione, dibattiti e tutte le attività tese
a formare sapere critico e di conflitto, attività che i burocrati
europei cercano di eliminare dalle università al fine di renderle vasti
bacini di forza-lavoro per stage, tirocini, ovviamente in una
condizione di continua precarietà.
Successivamente sono stati attaccati striscioni nella facoltà e in
Piazza Verdi e iniziato un attacchinaggio e volantinaggio del comunicato che riportiamo qui sotto:

Questa mattina, nella sede centrale della facoltá di giurisprudenza,
era in programma l`incontro “L´universitá nel processo di Bologna e
oltre”, dove il gotha delle istituzioni universitarie si riuniva per
mettere a dibattito strategie e prospettive dell´universitá nel mondo
di oggi.

Oggetto di discussione, ma non invitati, gli studenti e le studentesse.

Per questo abbiamo deciso di irrompere nella conferenza, bloccandola e
prendendo la parola per delegittimare chi pensa di poter decidere al
chiuso di quattro mura sulla gestione dei saperi e sul nostro futuro.
Abbiamo preso fermamente posizione contro il Processo di Bologna, perno
di tutte le riforme sull´universitá dell´era del capitalismo eppure
tema in Italia poco dibattuto per il tacito consenso bipartisan delle
maggioranze e minoranze istituzionali.
Dietro la sua vecchia falsa retorica della meritocrazia, e quella nuova
della creazione di uno spazio di educazione superiore europeo, si
nasconde una sempre piú evidente volontà di privatizzazione delle
universitá.
Si nasconde oggi anche la nuova riforma (prossima all’arrivo in
parlamento) del governo, che accelera il processo di funzionalizzazione
diretta degli studi al mondo del lavoro precario, riorganizzando fra
l´altro la gestione degli atenei che passa saldamente nelle mani dei
privati.
I tagli ed i segnali dell´anno scorso trovano oggi piú che mai
continuitá nella privatizzazione di quest´anno. Di fronte allo scempio
dei nostri partiti e di vent’anni di riforme bipartisan di questo
tenore, noi continuiamo a rivendicare il libero ed incondizionato
accesso alle universitá, cosí come la diffusione orizzontale dei
saperi, veicolo per lo sviluppo della coscenza critica dell´individuo
come attore sociale e non solo mero produttore-consumatore.
Continueremo ad opporci al Processo di Bologna, e alla svendita del
nostro futuro ai profitti delle aziende che stanno per entrare nella
gestione degli atenei. Continueremo a pretendere accesso ai saperi e
reddito. Continueremo a pensare, e a costruire giorno dopo giorno,
un’altra università.


Collettivo Universitario Autonomo

Aula 1 Giurisprudenza

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