Noi il ministro Maroni in Università non lo vogliamo…

Lunedì 28 Settembre la facoltà di Giurisprudenza ha invitato il ministrodegli Interni Maroni ad un convegno.L’Università di Bologna non perde occasione per mostrare il suo latooscuro, garantendo crediti per un seminario come questo, e facendosi finanziare per l’occasione da una multinazionale come Sky, rendendo evidente l’ormai totale dequalificazione dei saperi e la concezione che neha: saperi privatizzati e finalizzati solo alla creazione di profitto. Non bastasse ciò, non dimentichiamo che il ministro leghista è tra i primi responsabili dell’attacco al mondo del lavoro, dell’inumano trattamento dei migranti, di un clima sociale di omofobia, razzismo, paura e insicurezza. Nonchè del pacchetto sicurezza, che proprio nei giorni in cui stanno tornando per le strade i precari e i lavoratori vuol vietare i cortei nei centri delle città e impedire la possibilità di sciopero. Noi continuiamo a costruire saperi liberati, a praticare l’autoformazione, a riappropriarci di reddito per tutt*, a volere un nuovo welfare…Da qui ripartiamo per opporci collettivamente alla crisi e creare un’Università autonoma che garantisca la possibilità di accesso per tutt*, un sapere critico, che sia un blocco al dilagare della precarietà. E con tutto questo la presenza del ministro Maroni e è semplicemente incompatibile ed inaccettabile. E’ ora di ricominciare a costruire collettivamente e dal basso una opposizione ed un’alternativa al governo Berlusconi.. Partiamo da qui, da Maroni…Contestiamolo!! Continuiamo a non voler pagare questa crisi e ad opporci alla distruzione dell’Università che vuole la ministra dell’Istruzione Gelmini.

  • Martedì 22 Settembre ore 16 Assemblea Giurispudenza, via Zamboni 22
Di seguito il comunicato dell’Onda Anomala giurisprudenza:

Come studenti dell’Onda Anomala di
Giurisprudenza denunciamo come provocatoria ed inaccettabile la
presenza del ministro leghista Maroni nella nostra facoltà il
28 di settembre.

Maroni e la Lega debbano essere intesi
come elementi cardine delle linee politiche del governo Berlusconi, e
più in generale della crisi economica e esistenziale in atto
in università e nei nostri territori.

Infatti il Ministro degli Interni è
il firmatario della legge sul lavoro, la c.d. Legge Maroni, che crea
e introduce la precarietà, ossia l’annullamento della forza
contrattuale dei lavoratori, che più di prima divengono
merce-ostaggio del datore di lavoro. Precarietà è
sinonimo di disgregazione della forza lavoro e fattore determinate
della crisi dello stato sociale nel nostro paese.

L’onda lunga di Maroni si ripercuote
non solo nella destrutturazione del mondo del lavoro, ma opera anche
in maniera massiccia sulle politiche sociali. Queste vengono
interpretate ed attuate dal ministro esclusivamente in chiave
coercitiva e repressiva nella gestione della complessità e
delle contraddizioni dell’esistente.

Ne sono fulgido esempio il pacchetto
sicurezza e il d.l. Maroni: ronde, C.I.E., reato di clandestinità
(e le sue conseguenze) e divieto di manifestazioni in centro. Il
frutto di queste politiche è un clima xenofobo, razzista,
omofobico, di paura e insicurezza.

Il ministro leghista, per nascondere le
difficoltà del governo di fronte all’esplosione della crisi,
gestita tramite una politica orientata a privatizzare i guadagni e
socializzare le perdite, crea una <<mitologia della paura>>
che alimenta lo scontro sociale e realizza l’imbarbarimento della
società civile dove gli ultimi di questa società delle
diseguaglianze diventano i nemici.

È chiaro che l’azione politica
di Maroni sull’Italia e sul lavoro è organica all’attacco
che il panorama dell’istruzione pubblica e dell’università
stanno oggi subendo.

Maroni nello scacchiere dell’attacco
all’Università è una pedina fondamentale (come anche
Gelmini e Moratti) in quanto la precarizzazione del lavoro è
congruente ad un’idea di università dove i saperi e la
ricerca sono merce.

Infatti la L.133 e la nuova riforma
universitaria, favorendo l’inserimento delle imprese nella gestione
diretta della didattica, perpetuando il sistema di inclusione
differenziale nell’accesso ai corsi e quindi nel mondo del lavoro,
creando tagli drastici all’insegnamento, palesano una visione del
sistema formativo tutto orientato alle esigenze dell’apparato
produttivo, in cui la compagine studentesca, soggetto attivo e
aggregativo, diventa forza lavoro cognitiva sfruttata e disgregata.
In sostanza i problemi della scuola non vengono mai affrontati,
mentre studenti, precari della ricerca, insegnanti e qualità
della formazione vengono sacrificati in nome della necessità
di profitto dei privati. Su questa medesima chiave di lettura, deve
vedersi l’incontro organizzato in quella giornata dall’Alma Mater
e finanziato da Sky con in palio ben 8 crediti, ovvero quello di un
processo di spettacolarizzazione e mercificazione dei saperi, dove i
privati hanno la totale facoltà di controllo delle capacità
produttive dei soggetti cognitari, e la totale possibilità di
pilotare i processi di accumulazione e creazione dei saperi con
chiari fini economici di profitto, degradando l’università
al supermercato del niente, dove l’unico prodotto da comprare è
sostanzialmente il connubio tra governance e protagonisti della scena
economica mondiale.

È per tutti questi motivi che
siamo convinti che il compito di tutte le soggettività
bolognesi in lotta sia quello di gridare insieme all’Onda:
“CONTESTIAMOLO!”.

In vista di quella giornata lanciamo
un’assemblea che si terra il 22 Settembre alla facoltà di
Giurisprudenza, in palazzo Malvezzi (via Zamboni 22) alle ore 16:00.

Onda Anomala Giurisprudenza