G8 univesità: Arresti e perquisizioni

PRESIDIO PER I COMPAGN* ARRESTATI ORE 12:00 VIA ZAMBONI 38

Arresti e perquisizioni, su mandato della questura di Torino,
cercano di mettere sotto attacco il movimento dell’Onda che ha
contestato il G8 dell’Università.


Stamattina polizia e agenti della Digos sono entrati nelle case di
molti compagni a Bologna, Torino, Milano e Padova con mandati di
cattura e di perquisizione. 20 compagni sono agli arresti.

La più scontata delle operazioni per attaccare un movimento che
quest’anno ha portato in piazza migliaia di persone in tutta Italia.


A Torino 15 compagni sono stati arrestati, la perquisizione sta coinvolgendo anche il centro sociale Askatasuna.
A Bologna sono 4 i compagni arrestati.
A Padova un compagno è stato arrestato e alcune perquisizioni sono tuttora in corso.
A Milano sono in corso perquisizioni.


A Bologna è già prevista un momento di mobilitazione: l’appuntamento è alle 12 in via Zamboni 38.

Bloccati!!!

Circa duecento persone hanno partecipato oggi alla giornata di mobilitazione lanciata dall’Onda per bloccare la proposta di modifica del regolamento sulle tasse universitarie già approvata in Consiglio Studentesco e in Senato Accademico negli scorsi giorni. Come al solito alla protesta degli studenti è stata opposta, da parte delle istituzioni universitarie, la presenza delle forze dell’ordine che nel momento di maggior tensione della giornata, quando il presidio voleva trasferirsi all’Interno del Rettorato, è ricorso alle manganellate. Ma neanche le cariche hanno fermato la rabbia degli studenti, rabbia che si è tramutata in soddisfazione quando dall’interno del Rettorato è giunta la notizia che il meccanismo più contestato dagli studenti, quello del salto di fasciazione per chi non avesse raggiunto abbastanza crediti in un dato anno, non era stato approvato. La lotta paga.

Se al 30 giugno, in quella città di fuorisede che è Bologna, ancora molte persone hanno la voglia e la rabbia di fare sentire le proprie ragioni, è chiaro come l’Onda sia riuscita a colpire nel segno. Il tentativo di fare pagare ai soggetti deboli quella crisi che è stata il fil rouge delle proteste di tutto quest’anno, la volontà di socializzare le perdite sugli studenti-precari dell’Alma Market Studiorum è stato compreso dalle persone che partecipavano al presidio, le quali si sono scagliate contro l’ultimo provvedimento in salsa Acquis firmato Calzolari sottolineando allo stesso tempo l’inerzia del nuovo Rettore Dionigi, che un po’ con lo stesso meccanismo usato da Delbono nel caso dello sgombero delle palazzine di via Algardi può imputare la colpa al suo predecessore.

Uno scaricabarile istituzionale a cui sin dalle 9 circa duecento studenti-precari , radunati sotto il Rettorato di Via Zamboni 33, hanno risposto con cori contro la prorettrice Monari e i suoi provvedimenti disciplinari, contro il progetto Acquis che renderà, nell’intenzione dei suoi promotori, l’Università di Bologna ateneo d’eccellenza accessibile solo ai (meritevoli) ricchi, contro la militarizzazione continua e costante promossa da chi per permettersi i suoi progetti baronali ricorre sempre alle forze dell’ordine. Forze dell’ordine che hanno caricato i manifestanti quando questi hanno tentato di entrare in Rettorato ad esprimere le loro ragioni. Successivamente, una volta ricompattatosi, dal corteo è partito un lancio di uova all’indirizzo delle stesse forze dell’ordine.

Solo quando poi è giunta la notizia che il provvedimento non era stato approvato in toto, e che il progetto di modifica del meccanismo di fasciazione era stato stralciato dal testo complessivo, i ragazzi si sono diretti verso Piazza Verdi dove si è sciolto il presidio. Una giornata dunque che ha segnato una vittoria, seppure ovviamente parziale, per l’onda, che ha avuto la capacità di costringere a rimandare questo progetto di creazione di nuove forme di esclusione differenziale, rifiutando nei vari interventi che si sono succeduti durante il presidio la retorica della meritocrazia che permeava il provvedimento ed esprimendosi invece in favore di una università del sapere critico, fondato sulle pratiche di autoformazione e autodeterminazione dei tempi e dei percorsi di studio.

Il blocco del provvedimento è una sconfitta invece per quelle associazioni universitarie studentesche come Student Office aka CL e Sinistra Universitaria, che non paghe di aver rispetivamente promosso e non ostacolato la riforma in questione, nei giorni scorsi si sono prodigate nell’affissione di manifesti in città per giustificare, cercando allo stesso tempo di stemperare e depotenziare l’appuntamento di oggi, il loro misfatto di fronte agli studenti. Che non si sono però lasciati anestetizzare, partecipando in massa alla giornata odierna che ha saputo anche rilanciare la calda stagione autunnale del prossimo anno, in cui le magagne più profonde della crisi verranno a galla, presumibilmente come i progetti di ristrutturazione della governance universitaria post-riforma Gelmini di cui il provvedimento oggetto degli attacchi di oggi era solamente un’anticipazione.

[Infoaut.org]