Not [net] working – La rete non è un media – Introduzione

Pubblichiamo qui di seguito
l’introduzione di una serie di paragrafi (a cura di InfoFreeFlow Crew) utili a chi volesse
partecipare al ciclo di seminari di autoformazione Not[Net]Working.

 

 

Quello che segue è parte di un
più ampio lavoro a cui la crew di IFF sta lavorando.
Non è da
considerarsi in nessun modo un documento esaustivo, formalizzato o
concluso. L’idea è di porne, di volta in volta, in condivisone dei
paragrafi su NoBlogs in modo tale che possano risultare utili e
propedeutici per coloro che vogliano partecipare alle giornate di
not[net]working
che stanno per aprirsi. Condividere in questo habitat tale "nostra
produzione" è dettato non in ultimo dalla speranza che essa
possa essere oggetto di una fruttuosa critica, e perché no, di una
revisione collettiva capace di farla progredire ed evolvere da quelli
che sono i suoi punti deboli sul piano teorico.
Buona lettura

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Not (net) working – la rete non è un media – Primo appuntamento – Ippolita

[report di Infoaut.org della prima giornata del Not[Net]Working]
Primo appuntamento del seminario
di autoformazione "not (net) working" organizzato dalla
Info Free Flow Crew e dalla Rete Copyriot. Alla presenza di Karl del
Collettivo Ippolita, si è discusso, di fronte a circa una
cinquantina di persone, della nuova architettura del web 2.0, ovvero
di come motori di ricerca come Google o social networks come Myspace
o Facebook producano valori enormi da loro accumulati e sfruttati,
grazie all’attività di tutte le persone che utilizzano i servizi che
essi offrono.

E’ possibile che Google, oracolo della modernità, offra un
pacchetto di servizi cosi ampio, completo e facilmente fruibile
completamente gratis? Sarebbe strano per una multinazionale che ha
saputo resistere alla velocità con cui vari portali di ricerca, come
ad esempio qualche anno fa Altavista, o Yahoo, hanno abbandonato per
cosi dire la "cresta dell’onda". Dove trova allora i soldi
Google? Grazie al meccanismo della profilazione, ovvero della
capacità di Google (ma attenzione, potremmo parlare di molti altri
portali!) di riuscire ad immagazzinare e riorganizzare un enorme
numero di dati personali da parte dei suoi utenti, e poi di
riutilizzarli vendendoli ad agenzie pubblicitarie, il motore del
capitalismo come si è acutamente sottolineato.

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