Settimana all’insegna della mobilitazione!

La settimana si riapre all’insegna
della mobilitazione.
L’assemblea di student* e precar* dell’ateneo
bolognese, dopo i partecipati incontri della scorsa settimana, ha
proseguito la mobilitazione lunedì 13 e martedì 14, con
una forte comunicazione diffusa nella zona universitaria e
assemblee di facoltà a Scienze Politiche, Scienze della
Formazione e Giurisprudenza.


L’idea degli studenti era quella
di creare momenti di informazione che allargassero la mobilitazione
oltre che la conoscenza e l’attenzione verso questa riforma, in
particolare per quanto riguarda gli interventi sull’università,
come la possibilità di trasformare gli Atenei in Fondazioni.
Ma nonostante il dislocamento delle
varie iniziative, la volontà da parte di tutti è di
creare un unico movimento di lotta e gli studenti universitari
l’hanno dimostrato quando, usciti dall’assemblea alla facoltà
di Scienze della Formazione si sono spostati verso Giurisprudenza con
un corteo spontaneo, per legare le due iniziative. A seguito dei due
incontri un altro corteo, molto comunicativo, ha attraversato tutta
la zona universitaria, toccando le Due Torri e concludendosi in
piazza Verdi.

Cominciano ad essere ormai chiari i
primi obiettivi della mobilitazione che, partendo dal No Gelmini
chiedono il blocco della didattica, chiedono che gli organi
istituzionali si esprimano contro la riforma (con un occhio già
all’assemblea del Senato Accademico di Martedì 21) e si
estendono alla volontà di creare un’Università dal
basso, che elabori controsaperi e sappia esprimere forme di
cooperazione e socialità liberate dal controllo sociale, in
grado di contagiare tutta la metropoli Bologna.
Per mercoledì 15 sono stati
fissati due momenti di lotta: si è lanciato un primo momento
di presa di parola a Scienze Politiche per far esprimere il Consiglio
di Facoltà, mentre a Lettere si riunirà un’assemblea
d’ateneo per articolare la Notte Bianca della Formazione (giornata di
lotta nazionale lanciata dalle elementari in occupazione) all’interno
della facoltà.

Un altro elemento importante della
giornata odierna è l’inizio delle occupazioni nelle scuole
superiori a cominciare dal liceo Fermi, seguito dal Minghetti, dal
Righi e dal Sabin. Pronti a seguire i loro coetanei nella
mobilitazione anche gli studenti del Copernico e del Galvani…

In tutti i licei in agitazione la
protesta è iniziata dagli studenti, ma l’appoggio dei
professori è tangibile, in particolare riguarda l’iniziativa
della Notte Bianca di mercoledì, a cui aderiranno anche molte
altre scuole superiori.

Durante sera una partecipata assemblea
interscuole al Minghetti, ha ribadito la volontà di non
fermare la mobilitazione al momento simbolico della Notte Bianca ma
di portarla avanti e riempirla di diverse iniziative, dentro e fuori
le scuole. Si stanno già attivando gruppi di lavoro per
produrre comunicati, informazione, momenti di lotta… e la
mobilitazione continua….


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I prossimi
appuntamenti:
MERCOLEDI 15:
h13 Cortile della Facoltà
di Scienze Politiche: presidio per chiedere al Consiglio di Facoltà
di prendere posizione contro la riforma Gelmini;
h17 Facoltà
di Lettere e Filosofia (via Zamboni 38): Assemblea d’Ateneo;
h17
Cortei di quartiere dalle scuole Farini di via Populonia (zona
Fossolo), dalle scuole Bottego (zona Navile), dalle scuole Grosso
(zona Navile) e dal Pilastro.

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Comunicato
delle scuole medie superiori:

La scuola
pubblica italiana sta vivendo come ogni anno una situazione di grave
crisi.
Le politiche dei vari governi si sono rivelate disastrose e
le presunte migliorie apportate al servizio scolastico si dimostrano
uno specchietto per le allodole.
Mentre il decreto Gelmini viene
approvato a colpi di fiducia e l’attenzione dei media si concentra
sul grembiulino o sul voto in condotta sono quasi completamente
oscurati gli 8 miliardi di euro di tagli previsti in finanziaria per
il settore scuola dal 2009 al 2012; si accenna debolmente alla
catastrofe che sta colpendo i lavoratori della scuola ,con 87.000
insegnanti e 47.000 ATA in meno, e vengono taciuti i tagli di ore
alle sperimentazioni, l’accorpamento degli indirizzi tecnici e
professionali, l’abbassamento dell’obbligo scolastico a 14 anni e la
chiusura delle scuole con meno di 500 studenti iscritti, per non
parlare della morte effettiva del tempo pieno per le scuole
elementari.
E questi sono solo alcuni dei problemi peggiori,
questa è la "razionalizzazione".
L’idea di fondo
che guida questi provvedimenti è quella della scuola (e
dell’università) azienda/fondazione, una scuola dove gli enti
privati divengono partners degli istituti pubblici laddove lo stato
non ha interesse ad agire e tende a dirottare finanziamenti sugli
enti privati.
La scuola pubblica è considerata un onere,
non una risorsa e si sta sempre più impoverendo, non solo dal
punto di vista economico, ma, conseguentemente ad esso, anche sotto
l’aspetto della preparazione che fornisce agli studenti. Questo fa
comodo a chi ha tutto l’interesse di smantellarla.
La pubblica
istruzione, invece, dovrebbe essere ai primi posti nelle liste dei
finanziamenti, dovrebbe essere tutelata e migliorata con riforme
serie, con un adeguamento della stessa alle esigenze didattiche delle
nuove generazioni e ciò non si ottiene comprando migliaia di
lavagne digitali dal costo esorbitante, nè tantomeno
riproponendo modelli d’insegnamento vetusti,ma, come minimo punto di
partenza, ascoltando le sue esigenze e cercando il dialogo con coloro
che ogni giorno la vivono e ci lavorano, a tutti i livelli: per
migliorare veramente la scuola pubblica è necessario partire
dal confronto fra tutte le parti in causa.
Questo confronto è
costantemente impedito da una maggioranza arrogante e ostentatamente
maldisposta verso l’opposizione civile,una maggioranza che definisce
"estremisti" insegnanti e genitori delle scuole elementari
che esprimono il loro dissenso alle sue politiche, una maggioranza i
cui esponenti si permettono di lanciare uova su bimbi, maestri e
genitori in manifestazione, una maggioranza che legifera su un bene
pubblico escludendo a prescindere un qualsiasi dibattito inter partes
in parlamento e fuori di esso.
Per questo abbiamo deciso di
dimostrare in maniera forte la nostra opposizione a queste modalità
di procedere e a questo ennesimo attacco alla pubblica istruzione e
continueremo a farlo assieme agli studenti delle università e
ai lavoratori della scuola in diverse iniziative di protesta
coordinate, come la notte bianca proposta dalle elementari per il
giorno 15 d’ottobre e lo sciopero dei lavoratori del 17. Per questo
ribadiamo e rivendichiamo la forte valenza democratica
dell’opposizione civile, anche se a qualcuno è invisa. Avere
una coscienza politica che spinge all’attivismo è il
fondamento stesso della democrazia, non una particolare devianza di
"estremisti" facinorosi, e questo è bene che sia
chiaro per il governo. La democrazia viene a mancare , al contrario,
quando si scavalcano il dialogo e il confronto, cosa che pare essere
divenuta prassi in particolare nei confronti della
scuola.
Attualmente ci sembra di trovarci davanti a una grande
emergenza democratica e civile e a questa emergenza è
proporzionata la forza del nostro dissenso.
Ci rendiamo conto di
infrangere, con le nostre occupazioni, alcune norme dello Stato, ma
ricordiamo ciò che di più importante abbiamo appreso
proprio a scuola: il nostro stesso paese è rinato sotto il
segno di coloro che si permisero l’ "estremismo" di
dissentire, sotto questa stella speriamo in una rinascita della
scuola pubblica.

Coordinamento
Studenti Medi Bolognesi

 

 

 

 

 

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