9 novembre sciopero generale

9 novembre giornata di sciopero generale e generalizzato, giornata di conflitto che ha voluto e saputo parlare il linguaggio di centinaia di precari e precari che in questa giornata hanno dato vita a momenti di blocco della attività produttiva , rispetto a tutti i livelli e segmenti di valorizzazione del capitale: dalla circolazione delle merci ai luoghi della produzione, passando per i luoghi di formazione delle soggettività precarie come le università.


Come collettivo universitario autonomo, insieme agli altri collettivi bolognesi, abbiamo condiviso oggi un percorso che ci ha portato ad individuare le università come momento centrale di valorizzazione del capitale tramite processi e modelli formativi che immediatamente formano migliaia di studenti come forza lavoro cognitiva, già integrata nel sistema della precarietà e della flessibilità, docilmente disciplinati a inserirsi in un sistema che fonda il suo potere sullo sfruttamento delle conoscenze, del sapere generale da tutti/e quotidianamente prodotto, mettendo a valore le proprie passioni, la propria socialità: in una parola mettendo tutta la vita a lavoro, anche fuori dall’orario di lavoro.
Per questo ha preso corpo l’iniziativa di bloccare anche l’università, bloccare un luogo centrale della produzione, facendolo a partire dagli studenti precari, precari della conoscenza che si ribellano il giorno dello sciopero estendendolo e generalizzando all’interno delle facoltà: "oggi  non si seguono le lezioni e non si riproduce il sistema del sapere che ci vuole precari, oggi se ne blocca la circolazione e riproduzione cortocircuitandolo con tutte le altre iniziative di lotta che si ricompongono nelle strade e nelle piazze di bologna" grida un attivista dal megafono, "costruiamo controsapere nelle università, riappropriamoci di tutto ciò che quotidianamente produciamo ma che ci viene sottratto e rivenduto a caro prezzo, non paghiamo più per accedere a sapere e cultura, la cultura non è merce, non si paga, ma si masterizza, si fotocopia, si scambia e si condivide".
E’ alla 9 del mattino che la facoltà di lettere e filosofia al 38 di via zamboni è bloccata con l’obiettivo di far saltare il primo ciclo di lezioni mattutine, mettendo del nastro bianco e rosso da cantiere davanti all’entrata, volantinando e megafonando, per coinvolgere più soggettività precarie nelle iniziative di blocco.

Alle 10 saranno un centinaio gli studenti che dal 38 si muoveranno verso il corteo unitario che da piazza XX settembre percorrendo via marconi, via ugo bassi fino a via zamboni, terminerà in piazza verdi, luogo simbolo di una zona universitaria militarizzata e controllata da telecamere a circuito chiuso che ne fanno un cpt a cielo aperto: piazza ripresa simbolicamente per una giornata al di fuori e contro le logiche securitarie e repressive.
Il corteo partecipato da duemila precari e precarie ha sfilato sotto le due torri, passando davanti alle librerie feltrinelli, luogo di circolazione del sapere e della cultura sotto forma di merce:migliaia di libri, riviste, cd ecc..dove il sapere immagazzinato è ingabbiato e recintato da copyright e diritti d’autore, autentici labelli che ne bloccano la libera cirolazione e fruzione, a vantaggio di affari milionari per multinazionali e case editrici.

 Un luogo simbolico che è stato obiettivo di un’azione di comunicazione
che come cua ci ha visto distribuire libri fotocopiati appena usciti
sul circuito librario e ben esposti in vetrine alla feltrinelli come
novità, con vetrine appositamente allestite e dedicate.
Distribuire gratuitamente libri, farlo al di fuori delle logiche di guadagno è una pratica che mira a scardinare i meccanismi giuridici e culturali che vogliono il sapere e la cultura, che noi tutti produciamo e arricchiamo quotidianamente nelle relazioni sociali, privatizzata e  rinchiusa, mera merce per il profitto di pochi. Rompere questi dispositivi significa attaccare direttamente il cuore della valorizzazione capitalista, lottare contro il sistema della precarietà e riappropriarsi direttamente di quello che è gia nostro, ma ci viene tolto.


Con questo spirito l’iniziativa davanti alla feltrinelli arrichisce un percorso di lotta che si articola liberando spazi e rendendo disponibili tecnologie per la condivisione e circolazione del sapere; masterizzando, fotocopiando, scannerizzando gratuitamente, riprendendoci quel reddito impossibile da avere vendendo le nostre vite per lavori precari che nulla ci garantiscono ma che tutto ci tolgono.


La giornata si conclude quando da piazza verdi i collettivi universitari si dirigono verso il 38 per dare vita ad un nuovo momento di blocco insieme agli altri precari che hanno animato il corteo: momento che ha visto un corteo interno alla facoltà sfilare nelle poche aule dove si tenevano lezioni, per poi sciogliersi nuovamente in piazza verdi.

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