Il
movimento francese ha riempito questo 2006 di una musica diversa,
che in tante e tanti, nel resto d’Europa, hanno subito riconosciuto.
La musica del conflitto, della differenza, della discontinuita’.
Il “marzo francese” e’ stato caratterizzato da una potenza
straordinaria, da una capacita’ inedita di produrre decisione comune,
dai blocchi e dalle invasioni metropolitane dove si e’ praticata
una riappropriazione senza precedenti dello spazio e del tempo:
una scossa tellurica che ha fatto tremare De Villepin e Chirac.
Ma questo “marzo” e’ stato segnato anche dall’incontro
di lingue diverse, dalla partecipazione di una soggettivita’
nomade europea in lotta, che in Francia e’ venuta a condividere
gli sforzi, la necessita’ del conflitto e l’autonomia del
progetto, imparando dal desiderio e dalla rabbia, dalla
passione e dall’intelligenza che si e’ espressa in questi mesi.