Contro l’Onda perfetta ancora perquisizioni

Continuano le azioni repressive contro gli studenti dell’Onda. Ieri
a Bologna una nuova perquisizione in casa di uno studente, all’interno
dell’operazione Rewind. I fatti contestati sono quelli della
contestazione del G8 University Summit di Torino, del 19 maggio 2009.




Di seguito il comunicato delle realtà dell’Onda Anomala bolognese:

Oggi 17 dicembre alle ore sei del mattino tre agenti della Digos di
Bologna si sono presentati a casa di un ragazzo dell’Onda Anomala
bolognese con mandato di perquisizione per i fatti risalenti a sette
mesi fa durante il G8 University Summit di Torino; in contemporanea
veniva perquisita l’abitazione dei suoi genitori, veniva poi tratto in
questura per ulteriori accertamenti. Nel contempo anche a Genova
venivano effettuate perquisizioni. Ancora una volta assistiamo
all’ennessima provocazione repressiva nei confronti di un movimento che
l’anno scorso ha saputo esprimere passione e volonta’ di cambiamento e
giustizia.

Non possiamo rimanere in disparte e zitti di fronte a quest’ennesimo
atto di intimidazione;  la forza costruita in un intero anno di
mobilitazione ci riporta alle giornate di Luglio in cui in tutte le
piazze d’Italia si alzava forte la nostra voglia di liberta’ e lo
sdegno nei confronti dell’operazione Rewind che traeva in stato
d’arresto 21 fra compagni e compagne dell’Onda Anomala nazionale.

La solidarieta’ si espande e si stringe intorno ai nostri fratelli e
alle nostre sorelle con la convinzione di essere nella direzione giusta
e di aver costruito un spazio politico che non potra’ mai essere
fermato da barbarie poliziesche e giudiziarie, forti della nostra
qualita’ politica e sociale di rinnovamento per continuare a costruire
insieme un presente e un futuro differenti.

Onda Anomala Bologna

Network Anomalia


C.U.A. Bologna


Aula1 Giurisprudenza


Cantiere Dams
Aula Autogestita Z38
Bartleby
Scienze Politiche in Onda
Lettere per l’autoriforma
Assemblea Interscienze
Onda Anomala Modena
Collettivo studenti medi Modena

UniverCity 2.0 – L’esplosione delle Anomalie metropolitane Parte Seconda

DALLE 19 APERITIVO/BUFFET con MOSTRE ED ESPOSIZIONI by:

Kunstbauten (www.myspace.com/kunstbauten)

BUM (www.myspace.com/bolognaunderground)
in associazione con Stomaco (www.myspace.com/stomacounderground)
present EXPO by:
Ekka (www.myspace.com/ekkatlon)
Marco Montanari (www.myspace.com/marcomontanariart)
Enrico Ferrari
Tommaso Blo

Mostra Fotografica in bianco e nero di Giulio Cicanese

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DALLE 22 LIVE CONCERT:

Trojan Horse Rotovator/Trojan Horse Complex
(www.myspace.com/trhoro – www.myspace.com/141lumen)
CYBER-POST-ELECTRO-PUNK

El Karmaso
(www.myspace.com/elkarmaso)
CROSSOVER/ALTERNATIVE METAL

La Ira Contra La Maquina
Tributo ai Rage Against The Machine

Jahpawa -djset-
(www.myspace.com/jahpawadj)

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FREE ENTRY – CHIUSURA ALLE 2

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Laboratorio Crash!
Via della Cooperazione 10

Autobus 11c – 27 – notturno 62
Fermata Cooperazione

 

“Riprendere la parola, rilanciare il movimento”

Il comunicato finale uscito da La Sapienza
[20 novembre _ assemblea nazionale dell’Onda a La Sapienza]
Oggi
20 Novembre una grande assemblea di precari e di studenti, provenienti
da tutta Italia, si è riunita alla Sapienza per rilanciare – a partire
dalle molteplici iniziative di lotta organizzate in questi mesi nei
vari atenei e scuole – un percorso ampio di mobilitazione che rimetta
al centro la lotta contro il progetto di dismissione dell’università e
che rivendichi un nuovo sistema di garanzie sociali all’altezza delle
sfide poste dall’attuale mondo del lavoro. Ad un anno di distanza
dall’esplosione dell’Onda, siamo ancora fermi nel nostro rifiuto della
crisi economica: noi la crisi non la paghiamo, vogliamo fin da subito
riappropriarci del nostro futuro e della ricchezza sociale che ci viene
quotidianamente sottratta.

Per
queste ragioni chiediamo, in primo luogo, il ritiro immediato del DDL
Gelmini – presentato mediaticamente come disegno “innovativo” di
riforma dell’Università – che rappresenta palesemente un progetto di
riproposizione e cristallizzazione di tutti gli elementi negativi del
sistema universitario, denunciati più volte dal movimento dell’Onda:

non risolve in nessun modo il problema della precarietà né del ricambio
generazionale – come propagandato dal Governo – aumentando, invece, il
fossato tra tutelati e non tutelati, tra chi è dentro e chi è fuori dal
sistema di garanzie sociali;

non interviene sulla governance degli atenei per innovarla, ma per
chiudere i già irrisori spazi di democrazia e partecipazione delle
differenti componenti accademiche e consolidare e rafforzare il potere
delle corporazioni responsabili del fallimento dell’università pubblica
negli ultimi 30 anni;

indebolisce ulteriormente il diritto allo studio, chiedendo agli
studenti di indebitarsi “all’americana” attraverso lo strumento del
prestito d’onore, mentre la crisi globale – che mostra il fallimento di
un sistema fondato sull’indebitamento – richiederebbe una netta
inversione di tendenza e di maggiori investimenti per garantire a tutti
l’accesso ai livelli più alti dell’istruzione superiore;

completa il processo di de-strutturazione e riduzione dell’Università
pubblica prefigurando, quindi, un’università complessivamente più
piccola, che non risponde alla domanda di maggiore conoscenza e
competenze che il nostro paese dovrebbe considerare centrale per le
proprie politiche di sviluppo; con l’entrata dei privati negli organi
di governo si regalano gli atenei ai poteri locali, senza che questi
diano nessun contributo alla crescita dell’università;

restituisce alle lobby accademiche il controllo sui concorsi, senza
incidere sulle pratiche clientelari e mettendo in competizione i
precari e gli attuali ricercatori; servirebbe, invece, un piano
straordinario di reclutamento, con un numero consistente di concorsi
che diano opportunità reali a chi garantisce il funzionamento
quotidiano della didattica e della ricerca nei nostri atenei;

nasconde il progetto di smantellamento selettivo dell’università dietro
il paravento della valutazione dei meriti individuali; tuttavia, non si
può far finta di non sapere che precarietà e ricattabilità rendono
impossibile una valutazione trasparente delle capacità delle persone;
la valorizzazione del merito non può prescindere da un serio
investimento (anche e soprattutto economico) sulla qualità della
didattica e della ricerca e sulla garanzia di autonomia sociale di chi
studia, di chi insegna e di chi fa ricerca nelle università.
In
assenza di tali garanzie, nel contesto Italiano, l’insistenza da parte
governativa sul merito si risolve in uno strumento di ulteriore ricatto
per i precari. La retorica dell’efficienza e della meritocrazia altro
non è che uno strumento per dequalificare ulteriormente il sapere, per
stratificare e declassare la forza lavoro.
Specularmente,
il taglio dei finanziamenti per la scuola contenuto nella legge 133 di
8 miliardi di euro e la legge 169 con la cancellazione delle
compresenze e del modulo determinano un netto peggioramento della
qualità della didattica e producono migliaia di licenziamenti. A questo
si aggiunge il progetto di legge Aprea che, se approvato, porterebbe
l’ingresso dei privati nelle scuole e sarebbe causa di una assurda
gerarchizzazione della classe docente con la repressione della libertà
di insegnamento e dell’autonomia dei docenti. Allo stesso modo, la
volontà di aziendalizzare la scuola uccide l’emancipazione culturale
degli studenti. Il protagonismo del movimento dei precari della scuola,
dei genitori e degli studenti di questi ultimi mesi si salda
naturalmente con la lotta che parte dalle università per costruire una
grande risposta unitaria di tutto il mondo della conoscenza contro
l’attacco mosso da governo.
In
un contesto di forte crisi sociale e produttiva, l’investimento
politico ed economico sulla Scuola, sull’Università, le Accademie, i
Conservatori e sulla Ricerca come beni comuni dovrebbe essere il
principale strumento per il rilancio del paese, fondato sulla qualità
della vita delle persone e che sappia andare oltre i limiti del modello
fallimentare imposto dall’attuale classe dirigente ed imprenditoriale.
L’attacco alla Scuola e all’Università al quale stiamo assistendo è
parte di un’aggressione più generale, tanto più anacronistica proprio
perché cade nel pieno del fallimento delle politiche di smantellamento
dello stato sociale condotte negli ultimi tre decenni.
Non
è un caso se l’Onda ha fatto breccia nell’immaginario: ha saputo,
infatti, esprimere i bisogni e i desideri di una nuova generazione. La
generazione dell’Onda ha mostrato, nel cuore della crisi globale, che
in una società della conoscenza l’accesso pubblico all’università e la
qualità del sapere, sono degli elementi di nuova e piena cittadinanza.
Oggi, alla luce del nuovo progetto di riforma e assunto il definitivo
fallimento del modello del 3+2, pensiamo sia ancor più centrale
riaprire, in tutti gli atenei, la lotta per l’accesso e per la qualità
del sapere, per l’abbattimento delle forme di blocco, di selezione e di
segmentazione dei percorsi formativi (numeri chiusi, test d’ingresso,
percorsi d’eccellenza), per la rivendicazione di spazi di decisione
sulla didattica e sulla ricerca e di autogestione dei percorsi
formativi.
Scuola,
Università, Accademie, Conservatori e Ricerca sono parte di un modello
innovativo di welfare che sappia rispondere alle attuali forme di
sfruttamento. La continuità del reddito, l’accesso alla casa e alla
mobilità sono bisogni ormai imprescindibili. Solo rispondendo al
problema della precarietà di chi studia e lavora nei luoghi della
conoscenza con la definizione di un nuovo welfare, si oppone una
risposta al governo che non sia corporativa, ma che sappia parlare
all’intera società e attraversarla. Per queste ragioni riteniamo
decisivo rilanciare nelle prossime settimane una campagna, in tutte le
città, per rivendicare forme di erogazione, diretta ed indiretta, di
reddito per gli studenti e i precari, che vada nella direzione del
rifiuto delle forme di precarizzazione.
Per
questo, da oggi, studenti e lavoratori precari lanciano una vera e
propria campagna di mobilitazione che unifichi le lotte portare avanti
nelle scuole e nelle università e che, a partire da questa Assemblea
nazionale, abbia il passo abbastanza lungo da mettere in discussione il
percorso di questo DDL e porre all’ordine del giorno nazionale
l’elaborazione di un nuovo sistema di welfare all’altezza delle sfide
della società della conoscenza.
Si propone di:
– organizzare iniziative di mobilitazione sui territori, in forme molteplici, il 2 dicembre;

in occasione dell’11 dicembre vogliamo generalizzare lo sciopero e
assediare il Ministero, a partire dalla mobilitazione già lanciata dai
coordinamenti e dai precari delle scuole e dai sindacati;
– assediare il Parlamento in concomitanza con il calendario di discussione e votazione del DDL;

organizzare una grande manifestazione nazionale a Roma a inizio marzo
che, partendo dalla difesa e dal rilancio dal mondo della conoscenza,
coniughi la necessità di eliminare la precarietà lavorativa ed
esistenziale con il contrasto delle migliaia di licenziamenti
giustificati pretestuosamente con la crisi rivendicando un nuovo
sistema di welfare fondato sulla continuità di reddito per tutti,
l’accesso alla mobilità alla casa e ai servizi.

Assemblea nazionale dei precari e degli studenti

La Gelmini non ci merita

Un anno fa un grande movimento di student* e precar*, si ribellava all’inaccettabile ddl 133 Gelmini-Tremonti, che
prosciugava i finanziamenti pubblici all’università e bloccava i già precari contratti dei ricercatori.
Migliaia di persone in piazza, facoltà occupate in tutta Italia, contro lo smantellamento della formazione pubblica,
il blocco della ricerca e la dequalificazione dei saperi.
Senza limitarsi alla semplice opposizione ai tagli, l’Onda esprimeva la sua forza e la sua innovazione
pensando e mettendo in pratica una vera e propria AUTORIFORMA, costruita dal basso ogni giorno,
in questo anno, da student* e ricercator*.
Attraverso i percorsi di autoformazione, la rivendicazione di crediti e fondi per i progetti di
ricerca autonomi, l’apertura delle facoltà a eventi artistici, le lotte contro l’aumento delle tasse e per l’autogestione
dei piani di studio, cerchiamo di trasformare radicalmente l’università e conquistare sempre più spazi di autonomia,
dentro e contro le macerie dell’università pubblica più riformata del mondo.
Oggi la tragica coppia Gelmini-Tremonti cerca di imporre una "RIFORMA",  incentrata in modo apparentemente
inoffensivo sulla governance accademica,  applaudita dai principali media
(Corriere della sera in testa) e dall’establishment al completo. 
Una riforma insidiosa,  che dietro le retoriche della "modernizzazione" e della
“meritocrazia" non fa che consolidare le gerarchie accademiche e le logiche di potere feudali, consentire le
ingerenze dei privati, restringere l’offerta didattica, bloccare ancora di più le possibilità dei giovani ricercatori.
In particolare, l’idea di "merito" veicolata da questo ddl non è che un espediente ideologico per gestire la
mancanza dei fondi e la crisi dell’accademia; test d’ingresso demenziali e debiti formativi già
all’iscrizione,  "premi per pochi" che implicano l’aumento delle tasse per tutt*, il
"prestito d’onore" ovvero costringere gli studenti ad indebitarsi.

NE ABBIAMO ABBASTANZA

Per discutere di questa riforma nei dettagli
Per analizzare e decostruire le retoriche che la sostengono
Per capire come fermarla
 
ASSEMBLEA  DI  LETTERE
GIOVEDi’ 5 NOVEMBRE ore 17
Via zamboni 38