Giornata importantissima quella di oggi per il Movimento No Gelmini
bolognese.
Una giornata iniziata alle 15 e tuttora in corso, con
un’aperitivo degenerato in notte bianca all’interno della facoltà di
Scienze Politiche che rimarrà aperta fino a tarda notte.
Una giornata che
ha fornito uno spartiacque definitivo tra chi veramente è in lotta e chi
punta solamente a strumentalizzazioni politiche nella speranza di fare
defluire chi oggi si batte contro il decreto Gelmini-Tremonti (soprattutto
Tremonti) all’interno delle proprie belle organizzazioni istituzionali.
Ma
andiamo con ordine.
Alle 15 l’aula magna di via Castiglione viene riempita
da una composizione eccedente di soggetti in lotta. 3000 persone circa,
presenti docenti e ricercatori precari, studenti e personale
tecnico-amministrativo.
Vengono appesi alcuni striscioni con slogan tipo
"scienze politiche,facoltà di resistere" o "diritti a difesa del sapere".
L’assemblea, convocata dal Rettore Calzolari all’unico scopo di illustrare
subdolamente la sua contrarietà alla riforma solo per quanto riguarda i
tagli alla sua università (tentativo già fallito nella giornata del
21, l‘assedio al Rettorato, in cui tentò di effettuare la divisione tra
falchi e colombe all’interno della No Gelmini parlando solo di soldi e non
di qualità della didattica, contratto dei ricercatori precari, blocco del
turn-over ecc..), si riempie di interventi di differente tenore, tra i
quali spicca quello effettuato dall’Assemblea No Gelmini, che porta 6
persone con ruoli diversi all’interno della formazione( studenti,
ricercatori) a recitare il comunicato stesso dell’assemblea coprendosi il
volto al momento della recita con cartelli su cui è riportato il settore
di appartenenza dei recitanti in questione.
Particolare attenzione bisogna
dare ai fischi, e in generale ad una aperta contestazione, riservata a
rappresentanti politici istituzionali, e ai loro interventi non mirati al
tema della riforma ma badanti solamente a esigenze di propaganda.
Come
preventivato il Rettore non si espone ad un confronto, anzi se ne va in
anticipo adducendo motivi di salute, ma espone solamente, in coordinamento
con gli interventi di alcuni dei suoi collaboratori, l’opinione del Senato
Accademico dell’Alma Mater sulla controriforma. Ovvero la necessità di
rimarcare la differenza tra le università virtuose e quelle no in materia
di spesa dei fondi. Un ragionamento che, anche se in minima parte
condivisibile (molte università in lotta oggi sono sull’orlo del tracollo
anche, e ovviamente non solo, a causa della politica baronale di molti
Rettori), utile soprattutto a fare emergere il desiderio, fondato sui
diktat di Confindustria, di creare un sistema universitario di serie A e
uno di serie B e creare di fatto una università basata sull’esclusione e
che sbandierando il tanto amato criterio della meritocrazia impone di fatto
l’accesso solo a certi particolari tipologie di reddito. Questo è in
sostanza il porgetto Aquis di cui l’università di Bologna è la capofila.
Ma gli studenti questo l’hanno capito, e constatata l’indisponibilità del
rettore e dei suoi falchi a rispondere, sia sul momento sia in un futuro
documento, a domande concrete sull’esigenza di evitare la trasformazione
delle università in fondazioni private, o ad esporsi su temi quale il
blocco della didattica, un giorno di sciopero dal lavoro gratuito per il
personale all’interno dell’università o l’annullamento dell’inaugurazione
dell’anno accademico, si spostano una volta finita l’assemblea-farsa in
corteo a Scienze Politiche.
Tutto ciò al grido di "Noi la crisi non la
paghiamo"; partono inoltre numerosi cori all’indirizzo di Kossiga e al suo
recente delirante discorso. Il corteo, di 500-600 persone circa, ennesimo
corteo non autorizzato di questi giorni, invade le strade del centro
incassando anche il sostegno di molti dei passanti. L’arrivo a Scienze
Politiche, facoltà in rivolta,
si trasforma in un aperitivo con musica e
microfono aperto. Si parla già di un grande appuntamento cittadino per
giovedi 30, e viene convocata un assemblea aperta a tutta Bologna per
lunedi alle ore 21 in Via Zamboni 38, aula 3 occupata.
bolognese.
Una giornata iniziata alle 15 e tuttora in corso, con
un’aperitivo degenerato in notte bianca all’interno della facoltà di
Scienze Politiche che rimarrà aperta fino a tarda notte.
Una giornata che
ha fornito uno spartiacque definitivo tra chi veramente è in lotta e chi
punta solamente a strumentalizzazioni politiche nella speranza di fare
defluire chi oggi si batte contro il decreto Gelmini-Tremonti (soprattutto
Tremonti) all’interno delle proprie belle organizzazioni istituzionali.
Ma
andiamo con ordine.
Alle 15 l’aula magna di via Castiglione viene riempita
da una composizione eccedente di soggetti in lotta. 3000 persone circa,
presenti docenti e ricercatori precari, studenti e personale
tecnico-amministrativo.
Vengono appesi alcuni striscioni con slogan tipo
"scienze politiche,facoltà di resistere" o "diritti a difesa del sapere".
L’assemblea, convocata dal Rettore Calzolari all’unico scopo di illustrare
subdolamente la sua contrarietà alla riforma solo per quanto riguarda i
tagli alla sua università (tentativo già fallito nella giornata del
21, l‘assedio al Rettorato, in cui tentò di effettuare la divisione tra
falchi e colombe all’interno della No Gelmini parlando solo di soldi e non
di qualità della didattica, contratto dei ricercatori precari, blocco del
turn-over ecc..), si riempie di interventi di differente tenore, tra i
quali spicca quello effettuato dall’Assemblea No Gelmini, che porta 6
persone con ruoli diversi all’interno della formazione( studenti,
ricercatori) a recitare il comunicato stesso dell’assemblea coprendosi il
volto al momento della recita con cartelli su cui è riportato il settore
di appartenenza dei recitanti in questione.
Particolare attenzione bisogna
dare ai fischi, e in generale ad una aperta contestazione, riservata a
rappresentanti politici istituzionali, e ai loro interventi non mirati al
tema della riforma ma badanti solamente a esigenze di propaganda.
Come
preventivato il Rettore non si espone ad un confronto, anzi se ne va in
anticipo adducendo motivi di salute, ma espone solamente, in coordinamento
con gli interventi di alcuni dei suoi collaboratori, l’opinione del Senato
Accademico dell’Alma Mater sulla controriforma. Ovvero la necessità di
rimarcare la differenza tra le università virtuose e quelle no in materia
di spesa dei fondi. Un ragionamento che, anche se in minima parte
condivisibile (molte università in lotta oggi sono sull’orlo del tracollo
anche, e ovviamente non solo, a causa della politica baronale di molti
Rettori), utile soprattutto a fare emergere il desiderio, fondato sui
diktat di Confindustria, di creare un sistema universitario di serie A e
uno di serie B e creare di fatto una università basata sull’esclusione e
che sbandierando il tanto amato criterio della meritocrazia impone di fatto
l’accesso solo a certi particolari tipologie di reddito. Questo è in
sostanza il porgetto Aquis di cui l’università di Bologna è la capofila.
Ma gli studenti questo l’hanno capito, e constatata l’indisponibilità del
rettore e dei suoi falchi a rispondere, sia sul momento sia in un futuro
documento, a domande concrete sull’esigenza di evitare la trasformazione
delle università in fondazioni private, o ad esporsi su temi quale il
blocco della didattica, un giorno di sciopero dal lavoro gratuito per il
personale all’interno dell’università o l’annullamento dell’inaugurazione
dell’anno accademico, si spostano una volta finita l’assemblea-farsa in
corteo a Scienze Politiche.
Tutto ciò al grido di "Noi la crisi non la
paghiamo"; partono inoltre numerosi cori all’indirizzo di Kossiga e al suo
recente delirante discorso. Il corteo, di 500-600 persone circa, ennesimo
corteo non autorizzato di questi giorni, invade le strade del centro
incassando anche il sostegno di molti dei passanti. L’arrivo a Scienze
Politiche, facoltà in rivolta,
si trasforma in un aperitivo con musica e
microfono aperto. Si parla già di un grande appuntamento cittadino per
giovedi 30, e viene convocata un assemblea aperta a tutta Bologna per
lunedi alle ore 21 in Via Zamboni 38, aula 3 occupata.