Bologna – Alle 9.00 in piazza Verdi sono circa un migliaio gli studenti pronti a gridare No Gelmini,
e pronti a dirigersi verso il Rettorato. Il corteo parte dalla storica piazza di tutte le proteste universitarie di Bologna, con lo striscione di apertura su cui è scritto "dalle Facoltà in rivolta – Indietro non si torna!". Immediatamente il serpentone che si snoda lungo le vie della zona universitaria si ingrossa sempre più. Arrivato davanti all’ingresso del Rettorato intonando slogan contro la riforma dell’istruzione Pubblica e ribadendo che questa crisi gli studenti non sono disposti a pagarla, la massa invade la sede principale dell’Università, non prima di aver lanciato sui muri vernice rossa e petardi.
A questo punto il corteo non si ferma più. Un nuovo giro nella zona universitaria e poi tutti e tutte si incamminano verso il centro cittadino. Sono le 11.00 e i cori si fanno sempre più rabbiosi, ribadendo con forza ed entusiasmo che da oggi indietro non si torna!
Ormai il corteo ha raggiunto duemila persone e fingendo di dirigersi in piazza Maggiore, devia sotto gli occhi increduli e preoccupati della digos e dei celerini verso la Stazione Centrale.
A questo punto sono le 11.30 e lungo le vie principali della città arriva la solidarietà di tutti i passanti che si uniscono anche loro ai cori. Nella vicinanza della stazione il corteo accelera ed occupa i binari del treno. Sopra le rotaie migliaia di persone che da oggi non hanno più paura di lottare come viene scandito dal megafono. L’occupazione dei binari che a Bologna non si vedeva dalla mobilitazione No War continua per una mezz’ora.
Il corteo riparte, convinto di aver dato dimostrazione della propria forza e determinazione. In via Zamboni i manifestanti gettano uova e vernice sulla vetrina del negozio dell’Alma Mater, per sottolineare ancora una volta che l’università non può essere un buisness e che il sapere non è merce. La direzione è quella dell’università e di piazza Verdi per andare a sancire il punto su una grande giornata di lotta, forte della consapevolezza che la battaglia contro la riforma Gelmini non è finita ma comincia adesso!