Non è che l’inizio!
Da Lettere e Filosofia, facoltà
ribelle
Oggi, mercoledi 15 ottobre, l’assemblea
di ateneo alla facoltà di lettere e filosofia di via Zamboni
38 ha visto una straordinaria e inedita partecipazione di circa 800
persone tra docenti, ricercatori precari, personale amministrativo e
soprattutto studenti contro la riforma Gelmini
L’assemblea ha avuto i contributi
anche di studenti delle scuole medie e superiori in mobilitazione e
del coordinamento delle scuole elementari bolognesi che da oggi
riprendono le occupazioni contro la riforma.
Dopo 3 ore di ricca e partecipata
discussione, l’assemblea di ateneo a lettere e filosofia si è
espressa:
-
Contro la limitazione del turnover
al 20%; -
Contro il taglio nel prossimo
triennio di 500.000.000 di euro dal fondo ordinario; -
Contro la possibilità di
trasformazione in fondazione private dell’università;ù -
Contro ogni conseguente ipotesi di
aumento delle tasse; -
per una mobilitazione permanente
coordinata con le scuole elementari e le scuole medie superiori e
gli altri atenei del paese, contro lo smantellamento della
formazione e della ricerca che la riforma Gelmini mette in atto come
punto di arrivo di un percorso di riforme che parte dalla
Zecchino-Berlinguer passando per la riforma Moratti; -
per un’università che
mette al centro l’autonomia della formazione e della ricerca e
contro il ritorno al precedente sistema clientelare e feudale che
tale autonomia negava; -
per un serio investimento pubblico
nella formazione e nella ricerca.
Per questi motivi:
1) la facoltà di Lettere e
filosofia resterà occupata in adesione alla giornata di
mobilitazione nazionale delle scuole elementari, superiori e delle
università.
2) Da domani partiranno gruppi di
lavoro su Comunicazione con la città e con il resto
dell’università, Costruzione di un’altra università
possibile, Tappe giuridiche della riforma e coordinamento con le
altre realtà della formazione in mobilitazione (scuole
elementari, superiori e atenei).
3) A partire da lettere e filosofia le
normali lezioni verranno trasformate in momenti di autoformazione e
discussioni tra docenti e studenti in merito alla riforma.
4) Chiediamo a tutti gli organi
accademici, al rettore e a tutti gli organi, di prendere posizione
contro la riforma e conseguentemente di attuare forme di
mobilitazione.
Se il rettore e gli organi accademici
entro il 21, data in cui è prevista la seduta del senato
Accademico, non prenderanno posizioni in merito; l’assemblea di
ateneo, come studenti e studentesse, ricercatori e ricercatrici,
precari e precarie, si presenterà a dire la propria.
Non è che l’inizio…