ieri il nostro collettivo, insieme ad
altri collettivi, ha occupato il senato accademico nel tentativo
d’interrompere quella pagliacciata della seduta per
discutere/approvare l’aumento delle tasse. Siamo entrati in via
Zamboni 33, con l’intento di portare il nostro dissenso politico ad una ristrutturazione del sistema di contribuzione fatta in base a criteri oggettivamente sbagliati e con delle finalità che sottolineano, oltre alla difficoltà dell’università del 3+2 di articolare un comando sul movimento soggettivo del precariato studentesco, che va oltre i tempi e i contenuti della formazione, l’aumento delle tasse segna nuovamente il ruolo di “impresa” dell’università volta a sfornare solamente migliaia di precari/sfruttati nel mercato del lavoro.
Mentre entravamo un usciere nel
tentativo di chiuderci la porta, inutilmente poichè alcuni di
noi erano già dentro, è scivolato procurandosi dei
leggeri graffi. Ci dispiace molto che questo dipendente
dell’università, probabilmente precario, si sia sottomesso al
gioco dei vertici del potere dichiarando di essere stato “travolto”
cercando così di giustificare l’intervento successivo della
questura. Vogliamo porre, però, l’attenzione su un altra
dipendente dell’alma mater che era in lacrime. Quest’ultima non
piangeva a causa “nostra” ma perchè indignata nel vedere
“ la polizia portare fuori i nostri studenti dall’università”.
L’azione delle celere, chiamate dal “magnifico” rettore Calzolari, è un atto politico gravissimo di chi non da risposta sul piano sociale e politico alle istanze del precariato studentesco, ma le traslittera su quello dell’ordine pubblico, facendo entrare la celere nel rettorato come non si vedeva dal ’77, e facendo sgombrare i 54 studenti nella forma più classica che questi sanno usare; strattonandoci bruscamente, trascinandoci fuori ed identificandoci.
Eravamo andati nel tentativo di portare
le istanze di tantissimi studenti e ci hanno risposto con il silenzio
dei manganelli.
Lo stesso silenzio che usa cofferati con le ronde e
multe.
La stessa linea repressiva usata, in città come in
università, per reprimere il dissenso .
Lo stesso controllo
sociale che vuole declassificarci a semplici numeri di badge che
studiano/consumano/vivono nelle modalità e nei tempi che LORO
vogliono imporci.
Nel pomeriggio il teatrino del senato è
proseguito. Su proposta dei falsi “rappresentati” degli studenti
è stato dato il via libera ad un aumento delle tasse ancora
più vergognoso. Infatti, oltre a prevedere rincari più
alti , 70 euro per le triennali e 150 per quelle a ciclo unico
, e tassi d’inflazione ancora più sballati, l’aspetto più
becero è che la proposta è stata avanzata da studenti
“quasi” come noi. Essi dovrebbero sentire sulla loro pelle i
problemi economici che ci affliggono quotidianamente, come quello del
rincaro dei libri, del prezzo delle case, delle mense super-costose
ma al contrario avanzano proposte assurde e sghignazzano di noi.
Ieri pomeriggio la nostra protesta è
proseguita a giurisprudenza con un assemblea pubblica, un assemblea
partecipata e viva che ha deciso di continuare a lottare da piazza
verdi. Continuare a lottare domani pomeriggio alle 6 contro quelle
politiche che vogliono mettere a tacere i nostri bisogni e i nostri
desideri in facoltà come in città.
2008_06_03 senato accademicox aumento tasse
comunicato di solidarietà del Collettivo Orientale
Esprimiamo la nostra piena ed incodizionata solidarietà agli studenti
dell’Università di Bologna che legittimamente hanno occupato oggi il
rettorato contro l’aumento delle tasse universitarie. L’aumento delle
tasse, l’inasprimento della selezione di classe all’interno del percorso
universitario, la cancellazione inesorabile del diritto allo studio altro
non sono che i frutti del famigerato "processo di Bologna" promosso a
livello europeo e che ha lo scopo di riformare la formazione a tutti i
livelli nella direzione di una maggiore precarietà a favore dei profitti
dei padroni e delle loro aziende. Condanniamo senza mezzi termini l’atto
fascista del rettore nel chiamare la celere contro gli studenti che
chiedevano di avere voce in un processo che li vede sempre più utenti e
sempre meno protagonisti delle proprie scelte.
NO AL "PROCESSO DI BOLOGNA"!
NO ALL’EUROPA DEI PADRONI E LE SUE DIRETTIVE SULLA FORMAZIONE!
CONTRO OGNI REPRESSIONE, SOLIDARIETA’ A CHI LOTTA!
LA LOTTA E’ L’UNICO CAMMINO!
Collettivo Orientale – collettivo autorganizzato dell’Università Orientale
di Napoli
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