una giornata di azione contro la repressione e il controllo, contro la
militarizzazione della zona universitaria ma soprattutto contro le
ronde finiane capeggiate dal deputato Raisi e dal consigliere Bignami.
Dalle 22 una trentina tra studenti di Azione Universitaria, ex
poliziotti, e singoli cittadini giravano per le vie di Bologna in
gruppi da 4 o 5 armati di cellulare e macchina fotografica per
pattugliare e controllare il centro e la periferia di Bologna.
Ma non è andato tutto liscio come speravano: dalle 17 piazza verdi si è
riempita di student* che con la loro presenza,in centinaia, oltre ad
aver impedito alla polizia di entrare in piazza, sono riusciti non solo
a far cambiare percorso ma hanno impedito che il luogo di incontro e di
partenza da loro stabilito fosse proprio piazza verdi, il cuore della
zona universitaria attraversato ogni giorno da migliaia di studenti.
Venerdì sera entreranno in azione i city angels, volontari di strada
“addestrati” che dovrebbero aiutare gli emarginati e prevenire la
criminalità e il cui approdo a Bologna ha prodotto una reazione
positiva della Lega.
Dopo gli o.d.g. in consiglio comunale per
dotare i vigili urbani di manganello e spray al peperoncino, dopo il
progetto delle ronde lanciato inizialmente dall’assesore Mancuso a cui
hanno risposto positivamente partiti e associazioni, da AN alla
Sinistra Universitaria, questa è una città soffocata dal controllo
sociale, dove da tempo le telecamere svolgono il loro triste ruolo,
adesso questi meccanismi di repressione spingono perfino i singoli
cittadini a partecipare ad una giustizia fai-da-te; una giustizia che
porta una falsa sicurezza sociale e che aiuta ad incrementare solo il
clima repressivo all’interno della città.
Molto spesso i problemi
della cittadinanza sono confusi, la sicurezza è un tema importante, non
possiamo pensare di risolvere problemi con forme di controllo basate su
un organizzazione squadrista, soprattutto dopo gli ultimi avvenimenti
come l’assassinio per mano fascista di Verona.
L’analisi di alcuni
comportamenti nocivi per la cittadinanza dovrebbe essere fatta in
maniera più approfondita. Non possiamo pensare, per esempio, di
risolvere il problema degli stupri cosi semplicemente, l’idea becera
sessista che circonda la nostra società e l’educazione sessista che a
volte viene imposta sono il vero punto in questione e nessuna “ronda”
avrai mai la capacità di creare un modello di considerazione diverso
della donna.
Il neoliberismo ha una precisa politica di
controllo sociale dove omologazione svolge un ruolo determinate, dove
la repressione è mezzo per consentirla, poco importa se occorra
strumentalizzare problemi veri. la città è sicura quando è vissuta,
quando la composizione sociale rompe le tattiche di esclusione per
creare forme di espressione che sappiano andare oltre le sole logiche
del profitto e sappiano includere soggetti definiti “devianti”, come
migranti, senzatetto, poveri.
A Bologna imperversano logiche di
sfruttamento di pochi privilegiati, dove il diverso, "migrante",
"senzatetto","disoccupato", "lavavetri" viene colpevolizzato a turno
per sviare problemi causati da politiche sbagliate, dove il ruolo dello
studente viene ridotto sempre più ad un semplice numero di badge e ad
una affitto di case a prezzi inaccessibili, subendo poi anche accuse di
creare del degrado. Degrado e sicurezza sono quindi solo una scusa per
calpestare le libertà individuali di chi vuole viversi la città, che
sia la zona universitaria o la periferia di Bologna.