mercoledì 16 aprile in centinaia gli student* hanno partecipato all’iniziativa "diamo un calcio al fascismo"; un’iniziativa che, dopo la cacciata dell’antiabortista ferrara da piazza maggiore e dopo il presidio/corteo contro i fascisti della destra-fiamma tricolore, ha saputo riportare al centro dell’attenzione i temi dell’antirazzismo e dell’antisessismo. Dopo un pranzo a prezzi popolari la piazza (che è stata temporaneamente intitolata a Francesco Lorusso, militante di Lotta Continua ucciso dai carabinieri il 11 marzo del 77) si è trasformata in un campo da calcetto e ha preso anima un torneo che si è protratto fino alle nove di sera.
Piazza Verdi è di chi la vive e rende viva!!
Un’ iniziativa che ha riaffermato la legittimità della pratica dell’occupazione come strumento di riappropiazione di tutti quegli spazi che ci sono quotidianamente negati al di fuori delle logiche del controllo sociale e dell’imposizione di tempi che non ci appartengono. Così è per le facoltà universitarie che non concedono aperture serali per la costruzione di eventi politici, culturali e/o sociali e che non mettono a disposizione nessuno spazio per l’autogestione studentesca. Così è per tutta la zona universitaria, completamente militarizzata e videosorvegliata: una falsa
sicurezza sociale che aiuta ad incrementare solo il clima repressivo all’interno di una città in cui imperversano logiche di sfruttamento di pochi privilegiati e le speculazioni di chi fitta le case a prezzi inaccessibili e poi si lamenta del "degrado cittadino". Degrado e sicurezza diventano quindi solo una scusa per calpestare le libertà individuali.
Per questo ci siamo riappropriati della facoltà (la settimana scorsa) e di piazza verdi, spazi che sempre più spesso ci vengono negati da una politica securitaria sorda dei nostri bisogni e dei nostri desideri.