routine che da qualche anno si ripete in città ha sottratto ai nostri
territori l’ennesimo spazio pubblico, aperto e autogestito. Il
Laboratorio Crash! aveva conquistato lo spazio di Via Zanardi durante
il grande corteo antagonista in difesa degli spazi sociali e contro il
modello cofferatiano del 6 ottobre scorso, una tappa di approdo per
tutte quelle istanze politiche, sociali e culturali emerse a Bologna da
quando il sindaco sceriffo dichiarò guerra ai deboli, ai soggetti
emarginati e contrappose pezzi di città una contro l’altra. Dopo quella
grande giornata di lotta, a decine abbiamo iniziato a costruire un
porto sicuro, aperto a tutti quei soggetti stanchi di vivere in
solitudine la loro deriva nella metropoli, tempestata di precarietà,
razzismo e intolleranza. Ieri quel porto, usato durante tutto un anno
per dare soccorso a naufragi culturali e far salpare proposte di
socialità alternative e pratiche di conflitto è stato smantellato,
chiuso, sigillato.
Leggiamo dai giornali che sono pronti diversi rinvii a giudizio per
alcuni compagni e compagne presenti alle prime ore dell’occupazione di
via Zanardi, a cui si aggiungono ipotetiche accuse per un blocco della
linea ferroviaria adiacente al Laboratorio Crash. Aldila’ del
necessario attraversamento di quella linea ferroviaria da parte del
corteo (Sig. Tampieri siamo antagonisti, ma ancora non sappiamo
volare!) per raggiungere l’occupazione, crediamo che quello slogan e
quella pratica che viene dal movimento no-gelmini che dice “se ci
bloccate il futuro, vi blocchiamo la città” sia pienamente legittima e
costituisca un momento necessario di appropriazione di tempi e spazi
metropolitani quando la città e chi la governa non vuole ascoltare le
istanze sociali reclamate dal basso. In questi giorni che il
Laboratorio Crash ha tirato gli ormeggi dal porto di Via Zanardi i
blocchi stradali, la comunicazione radicale, la riappropriazione
diretta saranno la quotidianità agita da decine di precarie e precarie
che hanno preso la direzione giusta, la direzione movimento! Da questa
settimana inizia un nuovo viaggio che ha già annunciato le proprie
mete, la prima sarà la costruzione di un nuovo porto occupato, un nuovo
Laboratorio Crash da cui far partire la realizzazione di quella città
per cui ci ostiniamo a lottare: aperta, tollerante e antirazzista.
Invitiamo tutti e tutte quelli che come noi coltivano questo sogno di inziare a realizzarlo al nostro fianco!
Ribaltare
la situazione è possibile… prendendo la direzione giusta!
I compagni
e le compagne del Laboratorio Crash verso la conquista di nuove mete…
Laboratorio Crash!