Una
piazza blindata aspetta l’arrivo di Ferrara, venuto a Bologna
per presentare in Piazza Maggiore la sua lista "Aborto?No
grazie". Una serie di transenne e cordoni di polizia e
carabinieri è posta in anticipo a delimitare il luogo
del comizio, dato che già era chiaro come la sua ingombrante
presenza non sarebbe stata tollerata dalla città. Infatti
in più di un migliaio si sono presentati nella adiacente
Piazza del Nettuno per impedire la presentazione della lista.
Sono presenti le realtà bolognesi come Laboratorio Crash!,
Vag61, Tpo, XM24, Antagonismo Gay e moltissime persone accorse
per impedire a Ferrara di parlare. Il presidio si vede bloccato
dalla polizia che decide chi può entrare in piazza maggiore
e chi no, ma si capisce subito che questo non è sufficiente:
già dalle prime parole del comizio la gente sotto il
palco inizia a fischiare, contestando una presenza che evidentemente
tutta Bologna non vuole. Anche parte del presidio riesce a penetrare
in Piazza Maggiore e la contestazione si fa più accesa,
tanto da zittire Ferrara e spingere la polizia a caricare chi
era sotto il palco. Questo non fa altro che aumentare la rabbia
dei presenti, che costringono Ferrara ad abbandonare il palco
e correre scortato dalla polizia fino alla macchina, sottoponendolo
a una serie di lanci di insulti e oggetti. Anche una volta raggiunta
la macchina il candidato incontra non poche difficoltà
nell’uscire da una piazza ormai invasa, e per gran parte chiusa
da quelle transenne che avrebbero dovuto tenere lontana la contestazione.
Dopo essere riusciti a scacciare la polizia la piazza si riprende
il palco da cui poco prima Ferrara aveva cercato di parlare,
strappando manifesti e striscioni della lista pro-life, ribadendo
che " solo noi possiamo parlare e decidere su tutto ciò
riguarda i nostri corpi, nessuno può prendere la parola
per noi!" come si sente gridare. Risulta evidente alla
fine di questa giornata che Bologna non accetta la provocazione
di chi si prende il diritto di decidere sui corpi degli altri:
la piazza di oggi non ha permesso a Ferrara di portare tutti
quei discorsi di chi, come lui, vorrebbe imporre un disciplinamento
di quegli stessi corpi che anche oggi sono sfuggiti al controllo,
esprimendo tutto il desiderio di potersi autodeterminare. Un
messaggio chiaro a tutti coloro che, ergendosi a paladini di
un fantomatico modello di "normalità", negano
l’esistenza stessa non solo della donna, ma anche del gay o
del nero, del diverso in ogni senso! Oggi Bologna ha di nuovo
rivendicato come il diverso faccia parte di ognuno, e che nessuno,
soprattutto Ferrara, può permettersi di negarlo!
guarda
il video della contestazione
Comunicato del Laboratorio Crash! e del Collettivo
Universitario Autonomo:
Giuliano Ferrara e la sua lista "Aborto?
No, grazie" sono i pericolosi portavoce di un ceto politico
e clericale che vorrebbe negare alle donne
il diritto all’autodeterminazione, attraverso la falsa retorica
della "difesa della vita". Le donne vengono così,
nuovamente, ad essere considerate meri contenitori di qualcosa
che è altro da loro, a trent’anni dalle lotte che hanno
portato le donne ad rifiutare un ruolo che era loro imposto
da una società patriarcale, a rivendicare il diritto
di scelta , il diritto a decidere se e quando essere madri,
l’affermazione di se stesse in quando donne e non più
figlie, mogli, sorelle. Ora Giuliano Ferrara vorrebbe mettere
in discussione la legge 194, una legge che,
pur essendo il risultato di un compromesso che non rispecchia
le vere rivendicazioni del movimento femminista, è stato
un passo importante nel riconoscimento di queste lotte e potrebbe
essere sì modificata ma solo con la cancellazione dell’obiezione
di coscienza, che ancora impedisce alla donna il pieno diritto
alla scelta e permette ai medici di rifiutare spesso più
per motivi di carriera che per reali principi etici.
Ma Ferrara non è che l’ultimo di una lunga schiera di
rappresentanti di una cultura becera che vorrebbe imporre il
loro controllo sui nostri corpi, ergendosi
a rappresentanti di una presunta normalità. La normalità
dell’uomo bianco eterosessuale, la negazione della donna, del
gay, del nero ma soprattutto di tutte quelle esistenze che superano
divisione biologica e sociale tra maschio e femmina, tra etnie,
tra gay ed eterosessuale. La nostra schizofrenia
sessuale, etnica, del differente è in questo momento
la spinta che può realmente permetterci di rompere i
meccanismi di una società teocon e teodem che ancora
si fonda sulla negazione del diverso o su una sua forma riconoscibile
e sfruttabile perché considerata qualcosa di altro, di
diverso e che invece fa parte dell?essere di ognuno.
Il mondo del lavoro ci impone di mettere sul mercato ogni aspetto
della nostra esistenza, ci obbliga ad inserire nei contratti
di lavoro anche gli atteggiamenti, i desideri, le diverse sensibilità,
mettendo a profitto le diverse soggettività che
i nostri corpi creano. Ma l’economia di mercato vaticanizzata
non può permettere che queste nuove soggettività
sprigionate dai nostri corpi possano uscire dagli schemi dello
sfruttamento e la stretta repressiva moralizzatrice di questo
periodo ben rappresenta la volontà di impedirci di riappropriarcene
negandone la potenzialità di rottura e di cambiamento.
Ma noi continueremo a rispondere a questo tentativo di ingabbiarci
non solo resistendo agli attacchi che vengono portati avanti
da personaggi miserabili come Giuliano Ferrara, ma continuando
a sperimentare le infinite possibilità antagoniste dei
nostri corpi.
Nessuno può parlare sui nostri corpi,
nè Ferrara nè nessun altro.
Giù le mani dai nostri desideri..
Laboratorio Crash!
Collettivo Universitario Autonomo