Le lotte non si criminalizzano

Oggi 27 aprile 2006 il Collettivo Universitario Autonomo insieme
ad altri collettivi del movimento universitario bolognese, e' in
piazza per denunciare il grave attacco repressivo che ha colpito
alcuni studenti che il 19 aprile 2005 hanno preso parte ad una autoriduzione
alla mensa di piazza Puntoni gestita dalla ditta "CONCERTA
s.p.a.".

L'iniziativa di autoriduzione organizzata dalla Rete Universitaria
e da altre realta' di movimento nel 2005, ha visto la partecipazione
di circa 200 studenti che si sono autoridotti il pasto ad 1 euro,
a fronte dei 5,80 che  la mensa "piu' cara d'Italia"
chiede agli studenti per mangiare. Nonostante durante l'iniziativa
non ci siano stati ne' scontri ne' incidenti, il solito pm Paolo
Giovagnoli, ha notificato a 9 studenti denunce per violenze private
con l'aggravante di eversione dell'ordine democratico, e ad altri
11 quella di manifestazione non autorizzata.

Questo colpo che la procura bolognese sferra al movimento fa parte
di un attacco complessivo con cui la magistratura cittadina ormai
da 3 anni criminalizza le lotte sociali, riducendo i problemi politici
e sociali a mere questioni di legalita' e ordine pubblico; non solo
ma costruendo un teorema assolutamente infondato che vorrebbe le
lotte politiche pericolose azioni di eversione dell'ordine democratico,
e per questa via poter ricorre all'aggravante giuridica voluta negli
anni '70 da Cossiga: cosi e' stato per l'occupazione di via del
Guasto di System Error (lotta contro il copyright e per la libera
condivisione di file e sapere), per i precari che il 27 ottobre
2004 si sono autoridotti il costo del biglietto al cinema Capitol
e per alcuni occupanti del treno che il 1° maggio scorso ha
portato centinaia di precari bolognesi alla "mayday" milanese.

Questo clima politico che vuole annullare qualsiasi forma di dissenso
per tutelare gli interessi di chi si arricchisce speculando sui
bisogni dei lavoratori, dei precari e degli studenti bolognesi,
e' alimentato da tutti i poteri forti della citta', sindaco Cofferati
in primis, che vuole continuare a fare di Bologna una citta'-laboratorio
dove l'Unione possa sperimentare quelle pratiche di governo repressive
e legalitarie che dimostrino come anche a sinistra si possa governare
per tutelare la sicurezza dei "bravi e onesti cittadini"
a spese di tutti gli esclusi, non tutelati, immigrati e lavoratori
precari. Come negli anni '70, quando l'allora P.C.I. contro il movimento,
si fece paladino dell'ordine costituito per dimostrare la sua "fedelta'"
allo Stato e il suo essere partito di governo, cosi' oggi qua a
Bologna si fanno le prove generali di quella che sara' la politica
reazionaria e destroide del futuro Partito Democratico, di cui Cofferati
e' tenace sostenitore.

Di fronte a questi pericolosi attacchi, il C.U.A. non puo' che
continuare ad essere al fianco di tutti coloro che vengono colpiti
dalla repressione, continuando a praticare le nostre lotte, dicendo
no a chi vuole ingabbiare il dissenso, a chi non vuole dare risposte
politiche a problemi sociali ma ne criminalizza le forme di lotta
a suon di denunce e arresti.

DI FRONTE ALLA REPRESSIONE L'UNICA RISPOSTA E'
LA LOTTA

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