[da Infoaut_bologna]
Cronaca di una giornata al fianco della resistenza palestinese.
Dopo un presidio davanti al Rettorato per chiedere la cessazione delle
collaborazioni fra l’università e Israele, gli studenti si muovono in
corteo e occupano la facoltà di Lettere per garantirsi la possibilità
di tenere un’assemblea
In una facoltà di Lettere trafficatissima, si è svolto ieri il Free Palestine Day.
Una giornata ricca di appuntamenti, con il filo conduttore del sostegno
alla Resistenza Palestinese e della volontà di portare all’attenzione
del mondo universitario quelle che sono le politiche di collaborazione dell’università di Bologna nei confronti dello Stato di Israele a livello di ricerca scientifica utilizzabile per applicazioni militari.
Primo passo della giornata è stato un presidio, formato da una cinquantina di studentesse e studenti, davanti al rettorato dell’università,
al quale è seguito l’ingresso nel rettorato stesso per consegnare un
documento degli studenti Free Palestine alla prorettrice Monari in cui
erano elencate le collaborazioni con Israele e in cui se ne chiedeva la
cessazione, oltre che per cercare ancora una volta di avere il
legittimo spazio per potersi esprimere, negato come era stato lo scorso
anno in occasione di un dibattito col professor Vattimo sul
boicottaggio della fiera del libro di Torino che vedeva Israele come
ospite d’onore.
E’ stato affrontato un breve dialogo, ma constatata l’indisponibilità,
da parte dell’università, di prendere posizione sulla situazione
palestinese e di dare uno spazio a chi vuole affrontare i temi del
conflitto in Palestina dal basso, gli studenti e le studentesse hanno
formato un corteo non autorizzato che si è ingrossato man mano fino a raggiungere un centinaio di persone che è sfilato per la zona universitaria finendo alla facoltà di Lettere, occupandola
e allestendo un aperitivo corredato dalla proiezione di filmati
sull’oppressione pluridecennale subita dai palestinesi e da una mostra
fotografica sul tema.
Si è quindi svolta un assemblea molto partecipata
in cui molte realtà e singoli studenti hanno voluto esprimere la
propria voce sulla